Era un campione romeno di kick boxing, con 11 titoli nazionali, Ionel Mihai Alexandru, il ventiseienne arrestato dai carabinieri, insieme a due suoi connazionali, per l'omicidio di Lucio Giacomoni, il medico ucciso a calci e pugni nella sua villa di Mentana.
Secondo il suo allenatore, Gabriel Muntenasu «era un vero talento - ha spiegato ad una testata giornalistica romena Evz.ro - e se avesse continuato ad allenarsi, avrebbe potuto vincere anche il titolo di campione del mondo». Ionel, che aveva cominciato a studiare kick boxing a 17 anni, ha interrotto la sua carriera nel 2013, dopo essere stato ferito gravemente nel tentativo di calmare una rissa.
Un incidente che ha compromesso anche la sua partecipazione al campionato europeo.
È stato proprio quello stop che lo ha costretto a raggiungere in Italia i genitori e la sorella, che vivono a Mentana già da dieci anni.
A Bacau, dove si allenava con lo Sport Club Municipal (Smc), era stato premiato dal sindaco Romeo Stavarache per i successi raggiunti all'interno del suo centro sportivo, dove era risultato essere tra i primi dieci atleti più talentuosi.
Si era trasferito in Italia da appena due anni, Ionel, prima di essere arrestato con l'accusa di omicidio, sequestro di persona e rapina. Per gli inquirenti faceva parte del commando di tre persone, che con una violenza inaudita, ha massacrato di botte il medico di Mentana e sequestrato la donna che era con lui.
A Ionel Mihai Alexandru, Daniel Vuduca, ventiquattrenne di Fonte Nuova e Ovidiu Bicu, venticinquenne di Monterotondo, sarebbero bastati pochi minuti per ucciderlo. Hanno reso il volto di Giacomoni irriconoscibile, sfigurato da calci e pugni, schiacciandogli la testa a terra e poi hanno trascinato il suo corpo in bagno