Roma, medico ucciso a calci e pugni: confessano i tre romeni arrestati

Roma, medico ucciso a calci e pugni: confessano i tre romeni arrestati
di Elena Ceravolo e Adelaide Pierucci
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Lunedì 26 Gennaio 2015, 07:42 - Ultimo aggiornamento: 28 Gennaio, 10:52

Prima l'omicidio a forza di calci e pugni, poi il panino dal McDonald's. Hanno confessato l'aggressione feroce e anche il fine serata al pub i tre romeni arrestati con l'accusa di aver assassinato e rapinato venerdì notte a Mentana Lucio Giacomoni, il medico del paese.

Daniel Vuducà, 24 anni, mente dell'assalto in villa, ridacchiava davanti al pm Luigi Pacifici e ai carabinieri: «Ha avuto una storia con la mia donna. Appena l'ho visto ho perso subito la testa. Giù botte, calci e pugni. Solo dopo abbiamo rubato qualcosa nella villetta. E alla fine siamo tornati a casa, ci siamo fatti una doccia e siamo andati al Mc Donald's. Il conto? Lo abbiamo pagato con i soldi della rapina».

Vuducà, con le mani ancora gonfie per i colpi inferti, è stato l'ultimo a confessare dopo ore di silenzio nella procura di Tivoli.

Alexandru Ionel Mihai, 26 anni, invece ha pianto: «Non ho partecipato all'aggressione» ha detto, cercando di tirarsi fuori. E alla fine anche Ovidiu Bicu, 25 anni, ha ammesso di aver partecipato al raid: «Guidavo io. L'idea è venuta fuori a cena. Cercavamo tanti soldi, almeno ventimila euro. Ma non volevamo ammazzare nessuno. Il signore respirava quando siamo andati via. Lo abbiamo chiuso nel bagno e buttato la chiave, poi abbiamo trascinato via con noi la compagna lasciandole il telefonino, appunto per chiamare, su nostra indicazione non prima di mezzora, i soccorsi». Dopo aver trascorso la nottata a palazzo di giustizia, assistiti da un difensore d'ufficio, l'avvocato Maria Rosaria Loi, i tre giovani romeni sono stati accompagnati uno alla volta nel carcere di Rebibbia.

L'ASSALTO

Il procuratore capo di Tivoli, Luigi De Ficchy che ha coordinato le indagini nelle prossime ore, insieme al sostituto procuratore Pacifici, chiederà la misura cautelare per i fermati contestandogli l'aggravante della crudeltà. Dietro quell'orrore c'era un piano. I romeni hanno staccato la corrente per far uscire fuori da casa Giacomoni. E quando lo hanno visto, Vuducà è stato il primo a saltare come una molla, seguito dagli altri. La vittima non ha avuto il tempo di reagire. E' stato pestato e immobilizzato. Poi i tre hanno buttato giù dal letto la compagna, una domestica moldava, senza neanche darle il tempo di vestirsi. In casa però il tesoro sperato non c'era. I tre sono riusciti ad arraffare milleottocento euro, un Ipad, due telefonini e un fucile ad aria compressa. Per depistare hanno portato via anche l'auto del medico scaraventandola poi in un burrone in un boschetto di Monterotondo. L'ha fatta ritrovare Mihai.

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