Roma, vandali al Maxxi sfregiano la scultura di Gaetano Pesce

Roma, vandali al Maxxi sfregiano la scultura di Gaetano Pesce
di Laura Larcan
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Domenica 21 Settembre 2014, 05:56 - Ultimo aggiornamento: 18:42

La notte tra venerd e sabato non passata indolore per il Maxxi. Ieri mattina il personale del museo di via Guido Reni si è trovato di fronte allo spettacolo inaspettato della gigantesca scultura del famoso artista designer Gaetano Pesce brutalmente danneggiata. Le pareti dell'opera, installata nella piazza dell'istituzione, sono state sfondate in più punti, lasciando a terra frammenti di pietre. Doveva essere una giornata di festa della cultura (con l'ingresso a un euro), ma il risveglio è stato amaro, ieri, per il Museo nazionale delle Arti del XXI secolo.

Soprattutto per quel lavoro dal titolo “UP 5&6”, concepito da Pesce come la versione ciclopica della sua poltrona cult a forma di donna ideata nel 1969 per denunciare simbolicamente, già all'epoca, la condizione femminile, e portata a Roma in occasione della suo mostra personale in corso al Maxxi. E l'hanno presa di mira, forse, per quel suo messaggio irriducibile contro le sofferenze sociali della donna nel mondo.

IL CORPO VIOLATO

I vandali hanno scavalcato il recinto del museo e preso d'assalto l'installazione en plein air, che rappresenta idealmente il corpo di una donna incatenato a una palla di ferro. L'allarme è scattato subito dalla direzione della Fondazione Maxxi. I danni sono stati denunciati alle forze dell'ordine che, dopo i sopralluoghi, hanno acquisito anche le registrazioni delle telecamere di sicurezza puntate sulla piazza. L'artista è stato avvisato presto ieri mattina dal personale del museo, che ha avviato già le operazioni di restauro. Gaetano Pesce è subito corso sul posto per constatare di persona il danno. «Ci ho riflettuto», ha dichiarato più tardi, dopo il sopralluogo. A mente fredda. «Il fatto che sia stata danneggiata solo questa mia opera, mi fa pensare che sia un atto contro il significato dell'opera - dichiara con la voce stanca Pesce - lavoro che indispone la suscettibilità di queste persone».

SASSI CONTRO MONITOR

«Persone che si sono sentite offese da un'opera che denuncia la violenza sulle donne e l'oppressione maschile che la donna subisce in molti paesi». I vandali hanno persino scagliato pietre contro la parete interna dell'opera che, al di là di una griglia di metallo, espone una sequenza di 45 finti monitor dove si leggono domande-accusa, tipo «In quale paese la donna non è libera di uscire da sola?», o «In quale paese la donna non può vestirsi come desidera?»: «Pensavano che fossero schermi video e li volevano distruggere tirando sassi - avverte Pesce - in realtà nel buio non si sono resi conto che sono monitor fotografati».

È la prima volta che Gaetano Pesce nella sua lunga carriera internazionale affronta un caso come questo. «È successo a Roma, ma poteva succedere anche a Berlino perché è il tema della donna sollevato ora da quest'opera che riguarda il mondo intero. Quest'azione quindi fa pensare, è un contributo a sottolineare che il tema scotta». Giovanna Melandri, presidente del Maxxi, parla di «brutto gesto di inciviltà culturale verso un'opera straordinaria esposta nella piazza e fruibile da tutti gratuitamente».