Roma, Campidoglio vince lodo contro Colari: Ama non pagherà 900 milioni per Malagrotta

Roma, Campidoglio vince lodo contro Colari: Ama non pagherà 900 milioni per Malagrotta
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Venerdì 24 Aprile 2015, 13:01 - Ultimo aggiornamento: 19:08
Il Campidoglio vince il lodo arbitrale contro il Colari di Manlio Cerroni, patron dell'ex mega discarica di Malagrotta, chiusa nell'ottobre 2013 dopo oltre 30 anni. E si toglie dalle spalle un «macigno» da 900 milioni di euro che avrebbe potuto mettere a serio rischio il futuro di Ama.





Una spada di Damocle, in bilico sull'azienda che si occupa di rifiuti a Roma, che se fosse caduta avrebbe creato un «danno gravissimo» al Comune, dice il sindaco. E Ignazio Marino esulta: «È una vittoria della giustizia. In questo modo finisce per sempre l'era di Malagrotta e del monopolio privato della gestione del ciclo dei rifiuti nella nostra città». Il Consorzio Laziale Rifiuti (Colari) aveva richiesto ad Ama un risarcimento dell'ammontare di 900 milioni di euro per il mancato utilizzo per dieci anni dei due impianti Tmb e del gassificatore di Malagrotta. Pretesa avanzata a seguito del contratto stipulato con Ama nel 2009 per l'utilizzo, per sei mesi, dei due impianti Tmb.



Il consorzio, spiegano dalla municipalizzata del Campidoglio, sosteneva che Ama avrebbe dovuto stipulare un accordo decennale per il trattamento e lo smaltimento della parte di rifiuti indifferenziati che non era possibile lavorare negli impianti Tmb di proprietà Ama. «Se avessimo perso sarebbe stato un danno gravissimo per il Comune» dice il primo cittadino, che ha appreso della decisione del collegio arbitrale stamattina durante la riunione della giunta ad Ostia. «È la prima volta in 38 anni che Ama vince su Colari - commenta il chirurgo dem - È una vittoria della giustizia, della legalità e della trasparenza. Si chiude per sempre un capitolo. Ora siamo primi della classe e un monopolio privato che durava dal 1963 con questo lodo si chiude per sempre».



«Una gran bella notizia per tutta la città di Roma - gli fa eco l'assessore capitolino all'Ambiente Estella Marino -. È finita del tutto l'epoca di una gestione poco trasparente dei rifiuti. Finalmente possiamo guardare al futuro con serenità» . Per il presidente di Ama Daniele Fortini si tratta di «un importante successo» non solo per l'azienda ma anche per l'amministrazione capitolina. «Abbiamo infatti eliminato il più forte ricatto che incombeva come un macigno sulla continuità aziendale e sulla sopravvivenza stessa di Ama - spiega - Se il collegio arbitrale, infatti, avesse condannato l'azienda a risarcire un importo, seppur ridotto, ciò avrebbe potuto pregiudicare fatalmente il futuro di Ama».



Fortini parla di un'Ama «sotto scacco per mesi» a causa del cosiddetto 'lodo Ama-Colari 2'.
Un'azienda talmente condizionata dalla possibilità di una condanna che «ha fortemente limitato la sua capacità di azione e creato una grande incertezza a trecentosessanta gradi sull'affidabilità stessa di Ama». E ora si potrà mettere in atto la strategia rifiuti targata Marino. «La città cammina con le sue gambe - afferma il sindaco - e in questo modo il ciclo dei rifiuti verrà certamente gestito nei prossimi anni con quella visione che io ho voluto sin dall'inizio: rinuncia a qualunque tipo di discarica o inceneritore e una differenziata che ci ponga come esempio per le altre Capitali europee e non asini con le orecchie messi dietro la lavagna come eravamo durante la giunta Alemanno».
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