Roma, ricattavano i ristoratori: sotto accusa tre ispettori Asl

Roma, ricattavano i ristoratori: sotto accusa tre ispettori Asl
di Adelaide Pierucci
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Venerdì 20 Febbraio 2015, 06:03 - Ultimo aggiornamento: 10:55
Non specificavano nemmeno il motivo dell'infrazione. «E' una cosa grave. Vi costerà di più». L'unica cosa che propronevano per chiudere un occhio fino a qualche mese fa tre ispettori della Asl Roma E, in servizio da Borgo a Prati passando per la Cassia, erano una manciata di contanti da barattare col silenzio. Tariffa variabile, dai mille ai duemila euro. Le vittime pagavano e loro mettevano via il taccuino. Dalla Capannina all'Hosteria di Natalino, passando per il Papa Rex. Per i tre ispettori, finiti sotto inchiesta la scorsa estate, ora la procura ha chiesto il processo, col giudizio immediato, per il reato di concussione. Si tratta di Per Carlo Diano, 62 anni, Luciano Baratti, 52, e Michele Fanelli, 57. Uno alla volta o in compagnia avrebbero taglieggiato una sfilza di ristoratori. Il capo di accusa stilato dal sostituto procuratore Maria Grazia Golfieri, titolare dell'inchiesta, ne elenca otto. Ma è in un caso che uno degli ispettori, per precisione Carlo Diano, si sarebbe distinto. Invece di fare la solita minaccia avrebbe chiesto alla titolare di un ristorante cinese direttamente la somma di 500 euro specificando: «Mi servono per pagare il dentista». Aijne Du, titolare dell'attività di via Bartolo da Sassoferrato, quel giorno era rimasta più stupìta che terrorizzata. L'ispettore infatti aveva fatto un giro in cucina ed elevato una multa (senza specificare la somma) e poi le aveva chiesto quei cinquecento euro. «Ti lascio la borsa, prendo tutto al ritorno», le avrebbe poi detto. Solo che la ristoratrice nel frattempo era riuscita a racimolare solo duecento euro. Una somma troppo bassa, tanto che - in base al capo di imputazione - era stata costretta a fare una colletta tra i dipendenti per racimolare altre cinquanta euro.



IL GIRO

Tra le attività ”visitate” dagli ispettori, in base alla ricostruzione della procura, una bottega in via Mazzini (dove si sarebbero fatti consegnare 1.000 euro), il ristorante cinese Genkai Prati (2.000), lo Stella d'Oro di via Dionigi (1.500) e l'Hosteria di Natalino & Maurizio. Il solo Diano è accusato essere passato oltre al cinese di via Sassoferrato pure dal Papa Rex in via Aurelia (2.000 euro) e insieme a Fanelli al Villaggio del Wok (1.000) e alla Capannina in via Cassia (stessa cifra). «I fatti emersi sono molto gravi», ha detto Angelo Tanese, direttore generale della Asl Roma E, «e gettano cattiva luce su un servizio pubblico importante per la sicurezza dei lavoratori. L'azienda sanitaria ha già preso provvedimenti nei confronti delle persone interessate e sta definendo ulteriori azioni di prevenzione nei confronti di simili comportamenti».