Roma, l’inchiesta sui rifiuti fa tremare la politica: nel mirino i favori del «supremo»

Roma, l’inchiesta sui rifiuti fa tremare la politica: nel mirino i favori del «supremo»
di Lorenzo De Cicco
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Lunedì 13 Gennaio 2014, 08:00
L'inchiesta solo all'inizio, potrebbe diventare la tangentopoli del Lazio. Nei corridoi della Pisana dal 9 gennaio, quando sono scattate le manette per Manlio Cerroni, è calata la grande paura. Paura che «l'inchiesta sia solo alle prime battute» e che chi è finito ai domiciliari debba ancora iniziare a parlare. Ad oggi la maggioranza del governatore Zingaretti «rimane coesa», ripetono un po' tutti i consiglieri Pd.



Con un però: «Bisogna vedere come si sviluppa l'inchiesta - dice a microfoni spenti più di un consigliere democrat - perché se ci sono novità importanti le cose potrebbero cambiare. E alcuni nodi potrebbero venire al pettine». La sensazione, spiega un esponente della maggioranza in Regione, «è che siamo solo all'inizio». Il timore è che chi è finito agli arresti faccia altri nomi. Nomi amici. Per questo si aspettano gli interrogatori non solo del ras di Malagrotta, ma anche dei due dirigenti regionali arrestati, Fegatelli e De Filippis. A mettere il dito nella piaga ieri è stato l'ex governatore Francesco Storace che ha fotografato uno Zingaretti «lasciato solo dai suoi. È terribile il silenzio della Pisana. Nessuno fiata se non nei lunghi corridoi, dove si bisbiglia il timore».



Il superassessore L'onda lunga dell'inchiesta potrebbe avere strascichi anche nella giunta. Più di un consigliere regionale della maggioranza ha iniziato a mettere in discussione la posizione del «superassessore» Michele Civita, che non è indagato ma stava per rilasciare una autorizzazione retroattiva per l'impianto di Rocca Cencia. Civita oggi ha in mano tre deleghe molto pesanti: rifiuti, urbanistica e mobilità. «Tre deleghe molto complicate da gestire contemporaneamente - ragiona un consigliere regionale Pd - Dato che il problema rifiuti adesso è diventato centrale, dovrebbe concentrarsi solo su questo tema o lasciare la delega ai Rifiuti per focalizzarsi sulle altre due mansioni». «A un anno dall'elezione, Zingaretti potrebbe fare qualche modifica sulle deleghe», dice un altro consigliere dem. E in questo discorso, oltre a Civita, viene incluso anche l'assessore Fabio Refrigieri, al timone di tre dipartimenti importanti come Ambiente, Casa e Infrastrutture.



Dalla Presidenza però ieri smentivano qualunque cambiamento: «Civita ha la massima stima di Zingaretti. Non c'è un'ipotesi di cambio delle deleghe». Nei corridoi della Pisana circola anche l'idea di una cabina di regia sui rifiuti, così come è avvenuto per la Sanità. «Una cabina di regia politica e non tecnica potrebbe essere utile», ammette il consigliere Gianfranco Zambelli. «Un gruppo politico di supporto all'assessore potrebbe avere senso per assumerci tutti le nostre responsabilità».
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