Roma, guardie armate presto sui bus: nel traffico un'aggressione a settimana

Roma, guardie armate presto sui bus: nel traffico un'aggressione a settimana
di Mauro Evangelisti
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Domenica 4 Ottobre 2015, 09:32 - Ultimo aggiornamento: 09:33

Prendete l’autobus della linea 03 guidato da Alessandro Ruggiero, l’autista accoltellato ad Acilia: la cabina protettiva non c’era e guarda caso il bandito per tentare la rapina ha scelto quello, non l’altro mezzo che seguiva, dove invece c’è la blindatura del posto di guida.

A Roma, malgrado le promesse di Atac, almeno il 30-40 per cento dei bus sono ancora senza protezione. Non solo: quando Ruggiero ha tentato di dare l’allarme premendo il bottone collegato alla centrale ha scoperto che il sistema non funzionava, che era tutto inutile. L’assessore alla Mobilità, Stefano Esposito, giura: «La vigilanza sui bus arriverà e arriverà presto. Atac mi sta consegnando la relazione che ho chiesto, manderemo le guardie dove servono. Sceglieremo le linee più a rischio, privilegiando le ore notturne e serali. Serve una scorta per gli autisti». Le guardie giurate della società privata che ha l’appalto per proteggere il patrimonio dell’Atac sono armate.

FURORE

«Difendiamoci da soli, giriamo con il manganello, meglio finire sotto processo che al cimitero» scrive sui social network qualche autista infuriato dopo il terzo collega in ospedale nel giro di pochi giorni. «Sulla sicurezza bisognerebbe investire, spendere, invece negli anni i soldi ad Atac li hanno buttati in altro modo» si sfoga un altro.

Se guardiamo alla freddezza dei dati l’incremento delle aggressioni, fisiche e verbali, è di circa il 40 per cento; i danneggiamenti, che non di rado significa pietre scagliate contro il bus, del 20. Se ci soffermiamo invece sulle reazioni a caldo, il clima è rovente. Ad Acilia, dove si è svolta un riunione improvvisata di autisti dopo l’accoltellamento del collega, e spno volate parole grosse, anche contro i sindacati. Basta sbirciare tra le bacheche di alcuni conducenti per leggere reazioni a caldo furiose: «Fermiamoci per tre giorni», «Facciamoci giustizia da soli, non ci tutela nessuno», «Dovrebbero lasciarci tenere il manganello o lo spray urticante, dobbiamo potere difenderci».

Sono reazioni sull’onda dell’emozione per il collega ferito, ovviamente in quanto tali vanno considerate. Ma sono una spia. Negli ultimi dieci giorni gli autisti delle linee periferiche hanno preso botte, insulti e coltellate: alla Rustica c’è stato il pestaggio di un conducente della Roma Tpl (società privata che gestisce una parte delle linee) perché chiese di spostare le auto in doppia fila. In via Ponte di Nona, quattro giorni fa, sulla linea 051 un uomo ha spaccato il finestrino perché pretendeva che il conducente cambiasse percorso. Ma la lista degli ultimi anni è lunghissima. Numeri: nei primi sei mesi del 2015 le aggressioni fisiche sono già state 22, significa che almeno una volta ogni otto giorni un dipendente dell’Atac viene picchiato (e nel conto non ci sono quelli di Roma Tpl). In tutto il 2014 furono 35. Le aggressioni verbali, in soli sei mesi del 2015 sono state 14, lo stesso numero di tutto il 2014.

I casi più frequenti sono collegati a liti nel traffico: l’autista tenta di passare in strade costellate di macchine in doppia e tripla fila e se chiede permesso, prende le botte; altre tipologie diffuse sono quelle del prepotente che chiede di farlo scendere dove non si può, dell’ubriaco molesto. O della rapina, come è successo ad Acilia. «Altre volte - raccontano alla Filt Cgil - qualche passeggero fa pagare all’autista colpe che sono dell’azienda, se il bus arriva in ritardo». Altri episodi diffusi: lanciano le pietre contro il bus. A volte sono ragazzini cretini, a volte è qualcosa di più grave, magari una ritorsione perché l’autista non ha fatto scendere o salire qualcuno lontano dalla fermata. Un anno fa a Tor Tre Teste, alcuni giovani lanciarono sassi contro il 556 e ferirono, in quel caso, due passeggere. Alla voce danneggiamenti le statistiche parlano di 123 casi nel 2014, un dato destinato ad aumentare sensibilmente se si confermerà il ritmo dei primi sei mesi del 2015: 77 episodi.

AI BORDI DI PERIFERIA

Ad essere aggredito non di rado è il personale della metro, ma gli autisti sono quelli più sbaraglio, perché sono soli, magari nella notte, magari al capolinea. «Succede in tutta Roma, non solo in periferia» spiega un conducente. E’ vero, ma è anche vero che i report puntano il dito soprattutto su alcune zone: Acilia, Tor Tre Teste, Prenestina, Tor Bella Monaca, Corcolle. «Qualcosa va fatto e subito - conclude un autista che nel 2009 subì un’aggressione - Le cabine chiuse su tutti i bus non ci sono, almeno mandino i controllori che verificano i biglietti e possono dare anche una mano a noi».

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