Giubileo, tre mesi di disagi per rifare strade e stazioni

Giubileo, tre mesi di disagi per rifare strade e stazioni
di Fabio Rossi
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Giovedì 3 Settembre 2015, 05:59 - Ultimo aggiornamento: 4 Settembre, 08:18

IL PIANO

Novanta giorni di passione, tondi tondi, per arrivare (possibilmente) pronti al Giubileo. Dal 7 settembre (lunedì prossimo) al 7 dicembre (vigilia dell'apertura della Porta santa) i romani dovranno armarsi di tanta pazienza, mai come questa volta davvero santa, per assecondare lo sforzo di restyling della Città eterna. In Campidoglio è stata aperta una sorta di unità di crisi per gestire una situazione che si preannuncia davvero problematica da gestire. Soprattutto in una stagione come l'autunno, quando all'attività cittadina a pieno ritmo si aggiunge l'incognita del meteo, nemico storico dei cantieri stradali.

I PRIMI INTERVENTI

Si parte dalla stazione Termini, luogo scelto in quanto prima vetrina di Roma per tanti visitatori: l'intervento, finanziato con fondi del bilancio ordinario del Comune, partirà lunedì.

Tre i cantieri principali: via Marsala, via Giolitti e viale De Nicola. Quanto basta per mandare in tilt una zona nevralgica, e già molto trafficata, del centro storico, con possibili ripercussioni sull'Esquilino ed effetto domino sulla circolazione dell'area di Castro Pretorio e su quella di San Giovanni. Sarà l'antipasto, soprattutto per i vigili urbani e il trasporto pubblico su gomma, di quanto avverrà a fine settembre. La prossima settimana dovrebbero arrivare i fondi dei mutui concessi dalla Cassa depositi e prestiti (per i primi 50 milioni sbloccati dal ministero dell'Economia). Poi si partirà con le gare d'appalto velocizzate, grazie ai poteri speciali concessi da Palazzo Chigi, con l'obiettivo di avviare effettivamente i lavori entro la fine del mese.

OTTOBRE CALDO

Dai primi giorni di ottobre, se tutto filerà liscio, il centro storico della Capitale potrebbe trasformarsi in un grande cantiere. Contemporaneamente saranno rifatti via Nazionale (con rimozione dei sampietrini dalle corsie preferenziali), via Cesare Battisti, via IV Novembre e largo Magnanapoli, dove l'asfalto prenderà interamente il posto del selciato. Quindi tutto l'asse dei lungotevere: Maresciallo Diaz, Flaminio, delle Armi, Michelangelo, Mellini, Prati, delle Navi, Arnaldo da Brescia, Sangallo, Fiorentini, Altoviti, in Augusta, Pierleoni, Tebaldi, Aventino, Testaccio, Ripa, Raffaello Sanzio, Gianicolense e Farnesina. E cinque ponti che collegano l'ansa barocca con l'area del Vaticano e di Prati: Cavour, Umberto I, Sant'Angelo, Vittorio Emanuele II e Principe Amedeo. Contemporaneamente si procederà con la riqualificazione delle aree delle stazioni di San Pietro e Ostiense. I cantieri interesseranno anche i collegamenti con San Pietro, da via delle Fornaci a piazza di Porta Cavalleggeri. Quanto basta, insomma, per rendere davvero dura la vita di chi passa da quelle parti: dal centro storico a Prati, dal Flaminio a Ostiense. Insomma la parte più critica della circolazione romana.

LA SECONDA TRANCHE

Tutto ciò in attesa che, come spera il Campidoglio, il Governo dia il via libera a ulteriori investimenti, allargando ancora i vincoli del patto di stabilità. Una trentina di milioni che darebbero la stura a un'altra serie di cantieri: tra questi rientrebbero quelli per la riqualificazione di piazza Venezia, di via Gregorio VII e di via Casilina, oltre al grande raccordo anulare delle biciclette (Grab). La lotta contro le buche (e per il Giubileo) passa inevitabilmente per un autunno di sacrifici e disagi per i romani.

Fabio Rossi

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