Roma, incinta dei gemelli di un'altra: scambio di embrioni all'ospedale Pertini. Ministero avvia inchiesta

La sala parto di ostetricia e ginecologia dell'ospedale Pertini
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Domenica 13 Aprile 2014, 10:50 - Ultimo aggiornamento: 14 Aprile, 08:03
ROMA - L'Unit per la sterilit delll'ospedale Sandro Pertini chiude a Roma.

Lo stop degli appuntamenti è dovuto a un gravissimo errore che risale al 4 dicembre dello scorso anno dopo che a una donna sono è stato impiantato l'embrione di un'altra coppia.

Le liste di attesa e gli appuntamenti sono stati interrotti all'ospedale Pertini da due settimane ed è partita un'inchiesta, come riporta La Stampa.



A seguito di tanti controlli medici, e una serie di test, quattro coppie si sottopongono al trattamento di fecondazione assistita, ma l'errore è drammatico. C'è stato uno scambio di embrioni tra due coppie e una mamma porta in grembo, ormai da quattro mesi, due gemelli di un'altra coppia, due bambini che non sono compatibili con i profili genetici dei genitori.



Dopo la scoperta dello scambio è stata aperta un'indagine, il direttore generale della Asl Roma B, Vitaliano De Salazar, blocca l’unità di fisiopatologia, aumenta i protocolli di controllo e rafforza le procedure di intervento. «La Direzione Generale - assicura - ferma restando la necessità di dare con immediatezza a tutte le coppie trattate nella seduta di cui trattasi ogni possibile supporto e assistenza, ritiene di rivolgere a tutte le altre coppie che si sono già servite del Centro di procreazione assistita un messaggio di serenità precisando che, qualora fosse confermato quanto segnalato, si tratterebbe di un evento isolato e accidentale che non deve generare preoccupazioni o dubbi nelle famiglie».



Nicola Zingaretti ha istituito tempestivamente insieme al direttore generale una commissione d’indagine presieduta dal rettore di Tor Vergata, il genetista Giuseppe Novelli. La commissione si riunirà domani alle 17 ed esaminerà il caso. «Voglio esprimere piena fiducia e sostegno al nuovo direttore della Asl Roma B - dice Zingaretti - il quale, nominato da poco e venuto a conoscenza della vicenda, si è mosso con rapidità, determinazione e professionalità per fare piena luce sul caso. Voglio esprimere, altresì, la massima fiducia nell'operato della autorevole commissione dei cinque esperti che la Asl ha insediato per chiarire a livello scientifico e senza ombra di dubbio quanto sarebbe avvenuto nell'ospedale Sandro Pertini. È chiaro che, nel valutare gli esiti della commissione con la massima attenzione, andremo fino in fondo per essere vicini alla famiglia coinvolta e colpendo senza indugio qualsiasi errore o mancanza dovesse emergere dall'indagine, per ridare serenità agli operatori e a tutti i cittadini che si rivolgono all'ospedale Pertini».



«È già stato avviato anche l'iter del Ministero della Salute che tramite il Centro Nazionale Trapianti svolgerà un'ispezione all'ospedale Sandro Pertini»: lo comunica il ministero che «intende verificare il percorso seguito dal centro, il rispetto delle procedure previste dalle leggi e le ragioni per le quali non ne sia stata data tempestiva informazione all'autorità centrale». «Abbiamo appreso della vicenda dai giornali. Ci sarà una ispezione del ministero per verificare le procedure», conferma il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin.



«Le normative nazionali che attuano le direttive europee nel settore cellule e tessuti specifiche per la fecondazione assistita sono molto rigorose: le procedure indicate nelle norme, se applicate correttamente, garantiscono la tracciabilità di tutto il materiale biologico nel percorso di fecondazione assistita», precisa il ministero della Salute.




Intanto la mamma in attesa dei due gemellini sta portando avanti la sua gravidanza e il rischio è che la gioia si tramuti in rabbia. In allerta anche le atre coppie che si sono rivolte all'ospedale per la fecondazione assistita, considerando che l'errore potrebbe riguardare anche altre mamme.



Le reazioni. «Il Lazio risulta essere l'unica regione d'Italia dove i centri di fecondazione assistita, così come prevede la Legge 40, nonostante le richieste degli stessi responsabili, non sono stati autorizzati e dove non vengono quindi effettuati controlli». Lo dichiara Filomena Gallo, segretario dell'Associazione Luca Coscioni.
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