Roma, allarme topi alla Corte d'Appello: processi a rischio paralisi

Roma, allarme topi alla Corte d'Appello: processi a rischio paralisi
di Michela Allegri
3 Minuti di Lettura
Martedì 11 Novembre 2014, 05:48 - Ultimo aggiornamento: 12 Novembre, 03:19

Un'invasione di ratti mette in ginocchio la Corte d'Appello di Roma. Un branco di topi si sarebbe annidato nelle tubature idriche della cittadella di piazzale Clodio, mandando letteralmente in tilt l'impianto di condizionamento e quello di riscaldamento, e inquinando l'acqua, che è diventata non potabile (un problema interno dello stabile, visto che l'acqua che arriva dalla rete idrica è perfettamente potabile).

Si tratta di una vera e propria emergenza: un inconveniente macroscopico che potrebbe portare a un forte incagliamento dell'attività giudiziaria. Per precauzione e in attesa di un approfondito intervento di risanamento e bonifica, infatti, l'utilizzo delle aule d'udienza verrà ridotto ai minimi termini, mettendo un freno obbligato ai processi già rallentati dalla burocrazia. È stato il presidente Luciano Panzani ad illustrare la situazione.

In una circolare inviata ai giudici delle varie sezioni, ai consiglieri, agli impiegati e a tutti gli addetti ai lavori, ha comunque assicurato che «allo stato non vi sono pericoli per nè il personale, nè per il pubblico». E ha anche aggiunto che il problema è stato «costantemente monitorato» fin dalla sua prima insorgenza.

LA CIRCOLARE

Nell'avviso ufficiale, Panzani scrive che il 6 novembre si sono verificate forti «anomalie di funzionamento dell'impianto di condizionamento dell'edificio di via Romeo Romei», quello che ospita numerosi uffici giudiziari, aule e pure un bar. La situazione era talmente grave che è stata necessaria, in via cautelativa, la disattivazione dell'intero impianto. E non è tutto: anche la rete idrica della sede dei processi di secondo grado ha avuto grossi problemi. A causa della presenza di topi all'interno delle tubature all'interno dello stabile, «sino alla intervenuta esecuzione delle opere, l'acqua deve essere considerata non potabile», scrive sempre Panzani. Per risolvere l'emergenza, inoltre, saranno necessari almeno trenta giorni, durante i quali «si dovrà di ridurre davvero al minimo l'utilizzo delle aule, soprattutto nei casi di presenza di molte persone, ricorrendo alla collaborazione di tutti gli uffici giudiziari». Dai controlli effettuati, infatti, è emersa la necessità «di avviare una procedura di bonifica e una massiccia opera di derattizzazione».

L'ESPOSTO

Le criticità igieniche della cittadella giudiziaria, però, non si fermerebbero qui. Secondo il Codacons, infatti, ci sarebbero altri gravi problemi a piazzale Clodio, oltre all'invasione di ratti e all'acqua diventata di conseguenza imbevibile. I bagni del Tribunale Penale, ad esempio, verserebbero in una situazione di «assoluto degrado». È scritto in un esposto che l'Associazione per la Difesa dell'Ambiente e dei Diritti degli Utenti e dei Consumatori ha inviato nei giorni scorsi al presidente Mario Bresciano e al procuratore capo Giuseppe Pignatone. «I servizi igienici destinati al pubblico che si trovano nella palazzina A e nella palazzina B degli uffici giudiziari di piazzale Clodio, dove si trovano le aule della sezione monocratica del tribunale - si legge nel documento - sono resi quasi inutilizzabili dalla totale assenza di chiavi, lucchetti, o altre soluzioni che consentano di chiudere in modo adeguato la porta dei bagni, a discapito della benché minima privacy dei fruitori». Inoltre, l'associazione denuncia anche la totale assenza «di carta igienica e di sapone»: una circostanza che scoraggia l'utilizzo di lavandini e sanitari. Anche perché, sempre secondo il Codacons, i servizi sarebbero caratterizzati anche da una scarsissima pulizia: basti pensare che «in terra la quantità di polvere e di sporco è talmente elevata e macroscopica da lasciare impronte ben visibili al passaggio delle scarpe», conclude la denuncia.