Roma, allarme legionella alla Corte d'Appello. I dipendenti: «Ora abbiamo il terrore»

Roma, allarme legionella alla Corte d'Appello. I dipendenti: «Ora abbiamo il terrore»
di Michela Allegri e Alessia Marani
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Mercoledì 19 Novembre 2014, 05:56 - Ultimo aggiornamento: 20 Novembre, 11:45

Allarme legionella alla Corte d'appello di Roma. «Il presidente oggi in assemblea ci ha detto di stare tranquilli, di non avere paura, che la situazione è sotto controllo, ma noi siamo spaventati. Siamo costretti a lavorare con le finestre aperte, i termosifoni spenti, l'acqua ce la portiamo da casa anche per lavarci semplicemente le mani. Solo a dirla, la parola legionella, ci mette terrore».

I dipendenti della sezione di via Romei, dov'è ospitata parte della Corte d'Appello di Roma, non nascondono i loro timori. «Dopo i topi, ora ci mancava pure la contaminazione dell'acqua con il batterio», si sfoga un'impiegata.

LE TRAPPOLE

Una sua collega mostra la trappola per topi piazzata davanti alla griglia dell'impianto dell'aria condizionata accanto alla scrivania: «Lavoriamo in queste condizioni, i ratti circolano liberamente tra i controsoffitti e l'impianto di condizionamento, ma questa è cosa nota, lo spettro della legionella ci spaventa». «Una condizione igienico-sanitaria non tollerabile», tuona Luana Giustini, segretario provinciale Flp Giustizia.

Nella sezione Lavoro, stando a quanto riferito da alcuni dipendenti riuniti ieri in assemblea, cinque lavoratori avrebbero contratto la broncopolmonite.

Nei corridoi, sulle porte delle aule giudiziarie, ovunque campeggia l'avviso «si prega di lasciare le porte aperte per un riciclo naturale dell'aria», nei bagni cartelli mettono in guardia: «Acqua non potabile». Alcune udienze sono state spostate dalle aule in cui non è garantito un adeguato ricambio d'aria. «Tutte misure di precauzione che si sono aggiunte alla derattizzazione già in corso» spiega il presidente della Corte d'Appello Luciano Panzani che ieri mattina, chiamato in assemblea, non si è sottratto alla raffica di quesiti, rispondendo punto su punto ai lavoratori, garantendo l'accesso agli atti sulla vicenda.

LE ANALISI

«Durante uno dei tanti controlli di legge - spiega - la società preposta ci ha avvisato che nell'impianto di dolcificazione dell'acqua vi era una presenza elevata del batterio della legionella. Questo avveniva il 6 novembre, giorno dell'allerta meteo che ha paralizzato Roma. Subito sono state prese delle precauzioni d'accordo con il responsabile della Sicurezza e l'Arpa Lazio che sta effettuando le analisi. La situazione è assolutamente sotto controllo, siamo intervenuti immediatamente e oggi (ieri, ndr) per la prima volta è arrivata anche una notizia positiva: nell'acqua di uno dei bagni il batterio non è stato più riscontrato. Per la fine di dicembre l'emergenza dovrebbe rientrare». I tecnici di Acea, intanto, hanno verificato che l'acqua che arriva all'impianto della Corte d'Appello è perfettamente potabile. Quindi il problema va effettivamente ricercato all'interno del palazzo nell'impianto di dolcificazione dell'acqua.

Panzani da stamattina sposterà il suo ufficio da via Varisco in via Romei «per fugare ogni dubbio» e a proposito dei casi di broncopolmonite aggiunge: «In realtà si è parlato di quattro casi, di cui però al momento non ho riscontri». Altra cosa i topi, «la cui presenza è favorita dal degrado dell'area confinante di Monte Mario assediata da rom e baracche».