Roma, corruzione nei Municipi: c'era lobby per gestire buche

Roma, corruzione nei Municipi: c'era lobby per gestire buche
di Michela Allegri e Sara Menafra
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Giovedì 15 Gennaio 2015, 11:30
Appalti per la riqualificazione del manto stradale (leggi: il problema numero uno della capitale, le buche nelle strade) assegnati senza gara, anche quando non ce n’era alcun bisogno. E quasi sempre alle stesse ditte, al punto che un gruppo di quindici imprese si sarebbe spartito praticamente tutti i lavori di manutenzione dell’anno 2010 in affidamento diretto.



C’è un nuovo fronte nell’inchiesta del pm Erminio Amelio che la scorsa settimana ha portato all’arresto di 22 persone per corruzione e concussione. Nel corso dell’inchiesta, infatti, la procura ha acquisito una lettera che l’Autorità garante sugli appalti (allora si chiamava Autorità di vigilanza sui contratti pubblici) ha inviato nel 2011 al gabinetto del sindaco: «In particolare - scriveva l’Avcp - si rileva come nell’anno 2010, 18 imprese siano risultate affidatarie di ben 86 appalti, sia come impresa singola che in Ati, di cui 77 con affidamento diretto. Quindici di queste imprese erano già state assegnatarie di 92 appalti nel triennio 2007-2009, di cui 72 in modo diretto».

INCARICHI FRAZIONATI Perché solo queste aziende ottenessero quasi tutti gli incarichi e in cambio di cosa, è quello che la procura cercherà di capire nei prossimimesi. La fetta più grande degli affidamenti del Dipartimento infrastrutture e manutenzione urbana è un complesso di 40 lotti per un valore complessivo di 50 milioni di euro che venivano dal precedente appalto all’Ati capeggiata dalla Romeo gestioni.



Quando l’appalto salta in seguito all’inchiesta avviata dalla procura di Napoli, l’incarico viene frazionato, scrive l’Autorità di vigilanza, senza «adeguate motivazioni tecniche». Anche i singoli municipi non si sarebbero comportati diversamente: «L’anno 2010 è stato caratterizzato, per la quasi totalità dei Municipi, dall’adozione per gli appalti di manutenzione stradale di sole procedure negoziate, motivate prevalentemente dall’urgenza di eliminare situazioni di pericolo», sebbene poi risulti una palese «incongruenza tra l’urgenza con cui è stato motivato il ricorso alla procedura negoziata e i tempi di consegna».



GLI OPERATORI Insomma, la situazione è «caratterizzata da numerosi affidamenti diretti e da procedure negoziate cui sono stati invitati i medesimi operatori economici, risultati poi aggiudicatari della gran parte degli affidamenti sia diretti che con procedura negoziata».



Nelle procedure di assegnazione sarebbe stata rilevata, continua l’Avcp, l’« assenza di adeguati criteri e modalità di individuazione degli operatori da invitare alle singole procedure di gara» e «tempi di consegna dei lavori, successivamente alla gara, non coerenti con l’urgenza».



L’APPARTAMENTO L’inchiesta ha puntato i fari anche sull’Unità organizzativa tecnica del XIX Municipio. Secondo gli inquirenti, a capo del sistema ci sarebbero il dirigente della Uot, Antonio Adamo, e alcuni funzionari, che avrebbero ricevuto bustarelle da costruttori corrotti in cambio di favori. Adamo, si legge in un’informativa datata novembre 2012, «avrebbe anche ottenuto di ristrutturare senza spese l’appartamento in cui abita».



Come scrivono gli investigatori della Polizia municipale, «i lavori sarebbero stati eseguiti da un imprenditore in cambio dell’aggiudicazione dell’appalto di manutenzione dei padiglioni in cui si trova la sede degli uffici delMunicipio».
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