Roma, cade per la buca: Comune condannato, 70enne rimasta ferita sarà risarcita con 8mila euro

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di Giulio Mancini
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Giovedì 15 Maggio 2014, 08:47 - Ultimo aggiornamento: 16:14

Condannato il Campidoglio per non aver riparato il marciapiede pericoloso. Condannato l’ospedale per non aver operato il pedone rimasto contuso. E invitata l’amministrazione locale ad esercitare azione di responsabilità nei confronti della ditta incaricata della manutenzione stradale. Sono questi gli effetti dell’azione legale intrapresa da una donna che nove anni fa cadde rovinosamente sul marciapiede di piazza Tolosetto Farinata degli Uberti, a Ostia, per colpa della superficie sconnessa e piena di buche.

La signora Giuseppa, 77 anni all’epoca dei fatti, per causa di quell’infortunio riportò un grave trauma a una spalla che non venne adeguatamente riconosciuto e curato dai sanitari del pronto soccorso del Grassi e nei giorni scorsi, in sede di processo d’appello, il Tribunale di Roma ha confermato ciò che aveva riconosciuto al primo grado di giudizio: le lesioni sono colpa dell’incuria da parte del Campidoglio e della Asl Roma D che non ha provveduto nei medi adeguati a intervenire sotto il profilo sanitario.

LA DINAMICA

Era la tarda mattinata del 25 maggio 2005 quando l’anziana, mentre percorreva il marciapiede di piazza Tolosetto Farinata degli Uberti, dove oggi sorge il nuovo mercato comunale coperto, cadeva a terra.

Non solo la pavimentazione era costellata di avvallamenti e di buche ma queste erano anche coperte da un tappeto di fogliame che rendeva la situazione una vera trappola.

«Da quel giorno - racconta l’avvocato Maurizio Neri che con l’avvocato Valeria Rossi si occupa della tutela legale della donna - per la signora Giuseppa iniziava un vero e proprio calvario. All’iniziale danno causato dalla caduta, consistente in una frattura ad una spalla, si aggiungeva infatti un ulteriore danno provocato dalla responsabilità professionale dei sanitari dell’ospedale che non ritenevano necessario sottoporre la persona ferita ad un intervento chirurgico».

LE RESPONSABILITA’

Doppio, dunque, il procedimento avviato per il riconoscimento delle rispettive responsabilità. Il primo processo si è concluso con la condanna nei confronti della Asl Roma D, azienda sanitaria di riferimento dell’ospedale di Ostia, al pagamento a titolo risarcitorio della somma di 20 mila euro alla signora Giuseppa. La seconda causa, intentata contro il Comune di Roma, si è conclusa nei giorni scorsi con la conferma avanti alla Corte d’Appello di Roma della condanna già ottenuta in primo grado, ovvero del pagamento da parte del Campidoglio della somma di poco più di otto mila euro.

«La sentenza d’appello - sottolinea l’avvocato Neri - stabilisce però l’importante assunto, richiesto dalla difesa del Comune ma negato in primo grado: il Comune di Roma deve esercitare manleva a carico delle ditte appaltatrici. In poche parole i magistrati hanno richiesto che l’amministrazione capitolina eserciti il suo diritto di sgravarsi della responsabilità per eventuali inadempienze o lavori non eseguiti a regola d’arte dalle imprese che si occupano della manutenzione di strade e marciapiedi». E’ chiaro che da oggi in poi i tecnici del Campidoglio e dei Municipi saranno più attenti a collaudare le opere al termine dei lavori.