Buche, lavori e difficoltà
Roma ostaggio di cantieri infiniti
durante la canonizzazione dei Papi

Buche, lavori e difficoltà Roma ostaggio di cantieri infiniti durante la canonizzazione dei Papi
di Riccardo Tagliapietra
4 Minuti di Lettura
Giovedì 17 Aprile 2014, 07:50 - Ultimo aggiornamento: 18 Aprile, 13:32

Voragini in crescita nell’ultimo anno: 94 nel 2013, 72 nel 2012, 44 nel 2011. Cantieri infiniti. Strade interrotte, cedimenti strutturali sui quali i geologi lavorano da mesi.

Migliaia di rattoppi arrivati dopo l’alluvione, che hanno devastato il manto stradale. Trappole per automobilisti, ma pure per le migliaia di pedoni che attraversano la città. I lavori in via Cassia, per la riapertura del tratto tra piazzale Giuochi Delfici e via Pareto dove è franato il terreno, sono partiti dopo due mesi d’attesa, alla vigilia della Canonizzazione in programma il 27 aprile, che da questo weekend porterà a Roma milioni di pellegrini. Anche una maldestra tinteggiata alla segnaletica non si può negare, ma solo in centro e in alcune strade, quelle di competenza del Primo Municipio. I soldi non ci sono, si attende il Salva Roma. E così se a Barberini le zebrate sono nuove, in piazza Venezia (strada di competenza Comunale) le strisce d’attraversamento non si vedono più. Ma la vera corsa contro il tempo è quella per rifare il manto stradale attorno al Vaticano, compreso il nuovo percorso per i non vedenti a Castel Sant’Angelo. Un lifting che dovrà essere «finito entro lunedì prossimo», assicurano dal Municipio, ma che rischia di determinare un unico risultato senza una programmazione complessiva della città: dare a Roma un volto da ventenne, lasciandole il corpo di una mummia.

IL «LIBRO NERO»

Nove mesi di governo al sindaco, Ignazio Marino, non sono bastati per ridare nuova vita alle strade della città, ma nemmeno per fermare l’emorragia che sta lentamente uccidendo il traffico, mettendo a repentaglio la sicurezza complessiva e la tenuta del sistema viabilistico romano.

Centinaia di segnalazioni giornaliere agli uffici Strade di cittadini imbufaliti disegnano il volto di una città allo sbando, finendo in una sorta di «libro nero» della viabilità. Le cifre che girano tra i corridoi di Palazzo Senatorio parlano di 9 milioni di euro che serviranno per sistemare le strade della Canonizzazione, ma di altri 100 da stanziare (non si sa come) subito. Sempre per il Primo Municipio, però, i dati degli uffici tecnici, parlano di almeno 12 milioni di euro per mettere in sicurezza le strade.

Tra l’Olimpica e l’Aurelio i lavori sono fermi da un mese, la Panoramica resta off limits dopo la frana di due mesi fa, i tecnici stanno «studiando il terreno». E ancora: Galleria Giovanni XXIII è un’imbuto dove la mattina le auto si bloccano, a parte i furbetti che passano sulla corsia chiusa. Senza dimenticare la periferia che dovrebbe avere pari dignità del resto di Roma. La voragine di via Genzano ha spento la prima candelina, un anno. Restano gli smottamenti in via Filarete e via Buontalenti. Altre buche sparse per la città rimangono appese alle promesse. Compreso il crollo del muro lungo via di Porta San Sebastiano, tra piazzale Numa Pompilio e Porta Ardeatina, che dovrebbe consentire di raggiungere l’Appia Pignatelli, e che costringe gli automobilisti a tortuosi giri e inversioni lungo la Colombo.

FUTURO INCERTO

Ciò che attende i romani nei prossimi giorni, invece, sarà il caos. Perché ai cantieri già esistenti se ne aggiungeranno di nuovi, soprattutto in zona San Pietro-Prati. In questo caso si corre, perché tra dieci giorni le tivù di tutto il mondo saranno puntate sul Vaticano per al santificazione dei due Papi, Wojtyla e Giovanni XXIII, con l’uso di maxischermi non solo ai Fori Imperiali, ma anche a piazza Navona e piazza della Chiesa Nuova.

Il resto della città continuerà ad annaspare tra buche e cantieri, in attesa che un disegno complessivo ripristini il sistema-Roma, mandando in soffitta le 750 cause civili che ogni anno l’amministrazione è costretta a subire e a pagare per colpa di buche e voragini.

© RIPRODUZIONE RISERVATA