Fiori bianchi, lacrime e abbracci per l'ultimo saluto al piccolo Marco, il bimbo morto giovedì dopo essere precipitato nel vano ascensore della stazione Furio Camillo della Metro A di Roma.
Una cerimonia laica, strettamente privata, si è svolta stamattina nel tempietto egizio del cimitero del Verano. A partecipare parenti, amici intimi, colleghi di lavoro del papà Giovanni e alunni della mamma Francesca, arrivati ognuno con un fiore bianco da lasciare sulla piccola bara. Una funzione composta e blindata alla stampa prima della sepoltura nel settore accanto al tempietto dove si trovano altri bambini come lui.
Gli accessi al cimitero sono stati sorvegliati dalle forze dell'ordine che hanno tenuto alla larga curiosi e macchine fotografiche. «Rispettate il dolore e la volontà della famiglia» hanno ripetuto a chi tentava di oltrepassare le transenne.
Nella funzione, durata circa un'ora, ci sono state anche alcune preghiere recitate da un parroco del quartiere dove abita la famiglia. E mentre all'interno del Verano si dava l'addio a Marco all'esterno un'intera città ha voluto esprimere il proprio dolore e la propria vicinanza ai genitori. Un minuto di silenzio ha preceduto l'inizio dei lavori dell'Assemblea capitolina, bandiere a mezz'asta negli uffici comunali, società, aziende, istituzioni e fondazioni che fanno capo al Campidoglio e gagliardetti a lutto sugli autobus dell'Atac. «Ci piacerebbe intitolare una scuola per l'infanzia o un parco giochi al piccolo Marco, ma dovremo prima condividerlo con i genitori» ha sottolineato l'assessore alla Scuola di Roma Paolo Masini.