Roma, scatta il piano ospedali: «Pronto soccorso liberi per il rischio attentati»

Roma, scatta il piano ospedali: «Pronto soccorso liberi per il rischio attentati»
di Mauro Evangelisti
3 Minuti di Lettura
Sabato 21 Novembre 2015, 13:46 - Ultimo aggiornamento: 17 Novembre, 08:28

Alla voce sicurezza domani parte un cambiamento importante: alle 11.30 sarà attivata a Roma la centrale del 112, numero unico per le emergenze che andrà gradualmente a sostituire tutti gli altri. In Europa è normale, in Italia il numero unico c'è solo a Milano. Ancora: per il Giubileo, ma ancora di più dopo gli attentati di Parigi, la Regione ha richiamato i direttori di tutti gli ospedali. «Evitate che i pronto soccorso siano ingolfati da pazienti in attesa sulle barelle». Roma, in caso di una grande emergenza, non si può permettere di avere pronto soccorso nel caos, perché troppi malati stanno aspettando il ricovero. Per domani Zingaretti ha convocato i direttori generali a cui darà un ultimatum: liberate i pronto soccorso, trovate i posti letto. Infine, dopo i fatti di Parigi, tutti i grandi ospedali romani stanno rivedendo i Peimaf (piani emergenza interna per un massiccio afflusso di feriti), perché tutti - dai medici agli infermieri - devono sapere cosa fare dopo un attentato.
Come reagirebbe Roma se succedesse un evento come quello di Parigi, con centinaia di feriti, anche molto gravi, da soccorrere in tempi rapidi? Speriamo di non doverlo mai scoprire, ma ieri nel vertice convocato dal prefetto Franco Gabrielli, con Regione e Comune, si è parlato anche di questo. Nicola Zingaretti, governatore del Lazio: «Entro l'8 dicembre la ristrutturazione dei pronto soccorso sarà completata, non ci saranno ritardi nei dodici cantieri».

IL PIANO
Sarà però rivista e migliorata la macchina delle emergenze: il piano operativo per la sanità prevede che i pronto soccorso romani possano trattare, nella prima mezz'ora dopo un ipotetico attentato, almeno 300 codici rossi. In pratica, i Dea (dipartimenti emergenza accettazione) dovranno tenere sempre a disposizione una riserva di posti per le gravi emergenze. Come detto, domani ci sarà una riunione convocata d'urgenza, questa volta in Regione, con tutti i direttori generali delle aziende sanitarie, per verificare, per l'ennesima volta, il piano, tenendo conto che il cronico affollamento dei pronto soccorso non può rallentare la macchina dell'emergenza. Venerdì, salvo cambiamenti di programma legati agli ultimi eventi, Zingaretti e il premier Matteo Renzi andranno al pronto soccorso del Santo Spirito per la chiusura ufficiale del primo dei dodici cantieri. Inoltre, sono previsti 122 posti in più di terapia intensiva, mentre sul fronte del rinnovamento del parco ambulanze, a causa del fatto che la prima gara è andata deserta, solo la metà dei cento nuovi mezzi sarà disponibile già a gennaio.
DOPO PARIGI
Ha spiegato Zingaretti, al termine del vertice con il prefetto Gabrielli e con Ugo Taucer, sub commissario di Roma Capitale: «Dobbiamo arrivare all'8 dicembre, il giorno di apertura della Porta Santa, preparati. Dopo Parigi, siamo tutti consapevoli che c'è una situazione nuova. Per questo faremo la riunione con i dirigenti delle aziende sanitarie. Dobbiamo fronteggiare al meglio eventuali emergenze, il lavoro era già stato avviato, c'è un piano, ma dobbiamo puntare ancora di più all'efficienza. Ho fatto un appello a tutti i direttori generali e ai direttori sanitari perché i pazienti non restino troppo a lungo nei pronto soccorso, ma vadano nei reparti. Non possiamo permetterci che si crei un imbuto». Sul numero unico delle emergenze, il 112, che partirà domani: «E' molto importante, perché in tutto Europa il 112 è l'unico numero dell'emergenza, quello che i pellegrini che arriveranno per il Giubileo sono abituati a comporre in caso di necessità».