Roma, presa banda rapinatori "canne mozze": sono padre e figlio incastrati dal dna

Roma, presa banda rapinatori "canne mozze": sono padre e figlio incastrati dal dna
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Mercoledì 1 Aprile 2015, 16:46 - Ultimo aggiornamento: 19:06
In una settimana hanno commesso due rapine con un fucile a canne mozze. I due, padre e figlio già noti alle forze dell'ordine, sono stati scoperti, 'incastratì anche grazie al test del dna e arrestati dai carabinieri della stazione di Ariccia per rapina aggravata, ricettazione e porto abusivo di armi.





Le indagini, coordinate dalla procura di Velletri diretta da Francesco Prete e condotte dai carabinieri di Ariccia, sono scattate dopo i 'colpì, consumati nel supermercato Conad di Genzano di Roma il 16 maggio 2014 e nel supermercato Trombetta di Ariccia il 23 maggio 2014.



I filmati dei due sistemi di videosorveglianza hanno ripreso gli attimi delle rapine, messe a segno nello stesso identico modo: i due, travisati, a bordo di un motorino rubato, si avvicinavano agli esercizi commerciali, facevano irruzione all'interno, il padre imbracciava un fucile a canne mozze minacciando cassiere e clienti ed il figlio ripuliva le casse portando via i contanti. Il 30 maggio scorso, i militari hanno individuato il covo della banda: un'abitazione di villeggiatura occupata sul litorale romano a Marina di Tor San Lorenzo.



In quell'occasione il padre, F.S. di 49 anni, era fuggito ed erano stati arrestati la compagna e il figlio 21enne, F.N., per detenzione illegale di armi. Erano state infatti trovate una pistola a tamburo calibro 9x21 con relativo munizionamento, cartucce calibro 20 per fucile ed una canna di fucile.



Ma già nel corso della perquisizione sono emersi elementi utili alle indagini sulle rapine ai supermercati: i militari hanno sequestrato i vestiti usati nelle rapine di Genzano e Ariccia. A incastrare definitivamente i due rapinatori sono stati gli esiti degli accertamenti biologici su materiale repertato durante il sopralluogo al supermercato di Ariccia.



I carabinieri del Ris di Roma sono riusciti ad esaltare su due reperti ritrovati sulla scena del crimine, i due profili genetici compatibili con i Dna dei due arrestati.
Al momento delle rapine, F. S. doveva trovarsi in una casa lavoro di Viterbo per scontare una misura di sicurezza detentiva invece, approfittando di una licenza premio di 7 giorni, era evaso. I due, riconosciuti responsabili delle due rapine, sono stati rintracciati ad Aprilia e trasferiti nel carcere di Velletri.
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