A ottobre, quando aveva ancora 15 anni, insieme a un suo compagno di scuola era stata aggredita fisicamente da un gruppo di neofascisti del Blocco Studentesco, l'organizzazione giovanile di Casapound. I militanti di estrema destra stavano volantinando davanti allo storico liceo di viale delle Milizie e i due studenti si erano rifiutati di prendere lo stampato. Uno sgarbo, che era stato punito a calci e pugni.
L'episodio, all'epoca, aveva spinto la ragazza a sporgere denuncia contro ignoti agli agenti del Commissariato Prati. A distanza di sei mesi però qualcuno, forse, ha voluto fargliela pagare. E due giorni fa si è presentato sotto casa sua per darle «una lezione».
L'aggressione, racconta Marta, è avvenuta sabato alle 2 di notte, nella strada dove abita la ragazza, tra via di Casalotti e via della Maglianella. «Non è stato un incontro casuale – dice la giovane – Mi stavano aspettando. Stavo tornando da una festa, quando ho visto che nella via dove abito c'era qualcuno. Erano due ragazzi, accanto a un motorino. All'inizio non ci ho fatto molto caso, fino a quando non si sono avvicinati e mi hanno messo le mani addosso. Mi hanno urlato: non devi più rompere ai nostri militanti. Ho avuto paura, ma per fortuna dopo poco sono scappati via».
LA DENUNCIA
Marta non conosce i suoi aggressori ma è convinta di poterli identificare. «Li ho guardati dritti negli occhi, una cosa è certa: le loro facce non me le scordo facilmente». Ma stavolta non sporgerà denuncia, a differenza di quanto accaduto lo scorso autunno. «Ho deciso così, ma non per paura, non sono spaventata – sottolinea – ma i miei genitori sono agitati e non voglio dare loro altre preoccupazioni. Dopo l'ultima denuncia non è successo nulla. Anzi, sono stata aggredita di nuovo. Mi viene il dubbio che in certe situazioni sia meglio restare zitti». I suoi compagni di scuola però sono pronti a organizzare una manifestazione di solidarietà. «Non temiamo chi usa la violenza per difendere i propri presunti ideali – dicono i ragazzi del collettivo studentesco del Mamiani - un pugno o uno schiaffo non ci fanno paura».