Tensione rom-vigili, il comandante Clemente: «Spesso veniamo aggrediti nei campi nomadi. L'arma non è era puntata»

Tensione rom-vigili, il comandante Clemente: «Spesso veniamo aggrediti nei campi nomadi. L'arma non è era puntata»
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 1 Aprile 2015, 13:02 - Ultimo aggiornamento: 13:04
«Nel parapiglia, mentre alcuni agenti sono stati colpiti con oggetti di fortuna come scope e bastoni riportando escoriazioni, uno di loro, circondato da diverse persone, ha impugnato la pistola di ordinanza con il solo obiettivo di evitare che gli fosse sottratta o che potesse cadere a terra». È quanto dichiara il comandante della polizia municipale di Roma, Raffaele Clemente, in merito alle tensioni tra vigili e rom fuori da un centro di accoglienza.



«L'arma non è stata nè puntata, nè ostentata e nè tantomeno usata, come falsamente riportato da alcuni». Ha detto il comandante della polizia locale di Roma Capitale, Raffaele Clemente. «Di questi fatti riferirò dettagliatamente domani al sindaco di Roma Capitale Ignazio Marino» ha proseguito. Clemente ha sottolineato che stamattina gli agenti della municipale sono intervenuti in via Amarilli, in zona La Rustica, «per mettere in sicurezza il centro che ieri era stato incendiato». «Gli agenti, tentando di fermare una persona che voleva introdursi illegalmente nell'edificio, sono stati circondati da alcuni abitanti del centro evacuato dopo l'incendio» ha aggiunto.



Clemente ha spiegato che «Spesso nei campi nomadi i nostri vigili vengono aggrediti. Ricordo una collega contro cui sono stati lanciati dei sassi. Quello che è accaduto ieri è quello che ordinariamente accade nei campi. Dirigo un corpo di polizia che non indica soluzioni sociologiche. Noi cerchiamo di farci meno male possibile e di impedire che gli altri se ne facciano».



A chi gli chiede se servano supporti nei campi rom alla polizia municipale, Clemente risponde: «Assolutamente no, per il momento siamo nelle condizioni di far fronte a queste situazioni».
Il comandante quindi ricostruisce quanto accaduto a Tor Sapienza: «Siamo stati chiamati presso quella struttura che era andata a fuoco, dovevamo agevolare l'attività di pulizia all'interno perché c'era del materiale che andava portato via. Le persone che erano fuori hanno messo i mezzi in modo tale che quelli che dovevano fare questa operazione non potessero transitare. C'era una persona particolarmente esagitata che invitava gli altri ad occupare la struttura- racconta - I nostri hanno cercato di fermarlo e a questo punto gli altri ci sono venuti addosso. Quindi i nostri per alleggerire la pressione, perchè erano con le spalle al muro, hanno spruzzato lo spray: non hanno utilizzato strumenti se non quelli legittimi. Ovviamente nella nebulizzazione può accadere che qualcuno venga leggermente 'inquinatò. Queste persone hanno continuato a fare pressione e un vigile per difendere la pistola l'ha presa dai pantaloni e l'ha messa vicino a sè, con l'obiettivo di difendere l'arma, che infatti non è stata nè esibita, nè puntata, nè indirizzata. Questo è ciò che è successo».
© RIPRODUZIONE RISERVATA