Daniele Fortini, ad dell'Ama. I cittadini sono preoccupati: vedono i cassonetti stracolmi, temono un'emergenza come quella di giugno e gennaio.
«No, la situazione è molto diversa. Non nego che, per accelerare sulla differenziata, possano esserci problemi. Ma li risolveremo».
Come?
«Per lo spazzamento, manderemo più mezzi per strada. C'è da recuperare e lo faremo».
I dipendenti denunciano: i mezzi spesso si fermano per dei guasti.
«Prima la percentuale di camion e spazzatrici non disponibili era altissima, al 46%. Abbiamo riorganizzato i tempi di acquisizione dei pezzi di ricambio, migliorato il lavoro delle officine. Oggi siamo al 35, arriveremo al 25».
Entra nel vivo il nuovo sistema di raccolta differenziata nell'VIII, nel X e nel XIV. Sposterete 400 dipendenti, come possiamo credere che non ci saranno conseguenze negli altri quartieri?
«Un centinaio sono arrivati con le assunzioni, che dovevamo fare per legge, di categorie protette. Altri 150 lavoratori li abbiamo recuperati da altre mansioni, dalla movimentazione dei piazzali. Infine, l'assenteismo scende, siamo al 14,5%. Era al 18. Infine, con l'assorbimento di una controllata, Ama Si, che faceva deratizzazione e disinfestazione, recupereremo altro personale».
Si fanno sei passaggi settimanali dei camion per l'indifferenziato e due per la differenziata. Cambiano questi numeri?
«Certamente, ma diminuiranno i cassonetti dell'indifferenziato. Deve passare il concetto che dove già c'è il nuovo sistema si ragiona solo sul differenziato. Ciò che non può essere differenziato, sono rifiuti urbani residui, va nel Tmb, ma comunque i passaggi saranno molto minori».
Così però ci saranno nuovi problemi.
«No, il servizio sarà perfezionato. E non dobbiamo fermarci: la media annuale della differenziata è al 40%, 9 punti in più del 2013. E sono dati veri e certificati dai consorzi che acquistano il materiale: i cittadini non devono farsi la falsa convinzione che tutto viene mescolato. Un'altra cosa: abbiamo fatto un triplo salto mortale con poche risorse aggiuntive. Mi permetto di ricordare che Stato e Regione non ci hanno dato tutti i soldi previsti dal Patto per Roma. Con quei 20 milioni in più forse tutto sarebbe più semplice».