Inchiesta rifiuti, Cerroni davanti al gip
«Sono l'oracolo, ho salvato Roma»

Inchiesta rifiuti, Cerroni davanti al gip «Sono l'oracolo, ho salvato Roma»
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Mercoledì 15 Gennaio 2014, 17:01 - Ultimo aggiornamento: 16 Gennaio, 08:31

ROMA - Io non sono a capo di nessuna associazione a delinquere: erano i politici a cercare me. Ho salvato Roma e mi dovrebbero far una statua. Manlio Cerroni non si risparmiato davanti al gip e nel corso dell'interrogatorio di garanzia l'87enne patron di Malagrotta in maniera lucida e diretta ha raccontato, dal suo punto di vista, quel sistema Malagrotta che, a suo dire, «ha evitato a Roma di finire in emergenza». Per oltre tre ore Manlio Cerroni, il «supremo» gestore del ciclo rifiuti per decenni nel Lazio e nella capitale e uomo chiave nell'indagine romana, ha risposto a tutte le domande poste dal gip nell'ambito dell'interrogatorio di garanzia. Dal giorno della sua laurea all'ascesa a dominus del sistema di smaltimento nella Capitale e nel Lazio.

Un discorso «sui massimi sistemi» in tema di rifiuti in cui si è ritagliato, a più riprese, il ruolo di salvatore della patria. «Io ho salvato Roma dal caos rifiuti, in questa materia sono l'oracolo», ha affermato davanti al gip Massimo Battistini e a pm Alberto Galanti. L'imprenditore si è spinto a dire che dovrebbe essere costruito un monumento in suo onore «per quello che in questi anni ho fatto». Raccontando la sua «epopea» iniziata nel 1957, Cerroni ha detto che «nonostante un sistema burocratico folle» ha «evitato che a Roma si creasse una emergenza come quella vissuta in Campania». Il «supremo» in più di una occasione e non solo davanti ai gip si è definito un benefattore e per dirlo ai romani, mesi fa, comprò intere pagine di giornali.

Nel corso dell'interrogatorio di garanzia Manlio Cerroni ha affermato che non era lui a cercare la politica ma erano i politici a cercare lui «in quanto punto di riferimento in tema di smaltimento di rifiuti». L'imprenditore ha smentito con forza di essere a capo di una associazione per delinquere che sfruttava l'emergenza di Malagrotta per ottenere il via libera ai siti alternativi di Albano Laziale e Monti dell'Ortaccio. Come ha smentito i tanti illeciti contestati dai pm: il fatto di mandare in discarica anche la differenziata, di truccare il peso della spazzatura, di fare pressioni su politici e manager. In più di un passaggio si è definito un esperto spiegando agli inquirenti «che è inutile parlare con consulenti e specialisti: basta parlare con me».

Al termine dell'atto istruttorio i difensori di Cerroni non hanno presentato istanza di scarcerazione. Gli avvocati Bruno Assumma e Giorgio Martellino commentando l'interrogatorio hanno affermato che il loro assistito si è comportato «da leone».

«Ha dato la sua versione dei fatti - hanno aggiunto i penalisti - Ha chiarito tutto, ribadendo il rigore del suo operato. L'interrogatorio è andato bene ma presenteremo una memoria».

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