Rifiuti, poltrone e carriere lampo ai funzionari amici del ras Cerroni

Rifiuti, poltrone e carriere lampo ai funzionari amici del ras Cerroni
di Sara Menafra
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Venerdì 17 Gennaio 2014, 08:15 - Ultimo aggiornamento: 11:47
Pilotare le carriere di amici e colleghi in cambio di favori concessi al ”Supremo”. La pervasività del sistema Cerroni era tale da avere sbocchi ovunque nella Pubblica amministrazione. Dove il ”do ut des” valeva per tutti coloro che si prestavano a mettere la firma in calce a documenti che non attestavano il vero. Non si tratta di corruzione, al momento non contestata a molti dei funzionari della Regione finiti nell’inchiesta della magistratura capitolina. Ma di un sistema gelatinoso che la dice lunga su quanto l’ultraottantenne ras della ”monnezza” trovasse sponde non solo tra i potenti.



CAMBIO DI PARERE

Giovanna Bargagni non è nome noto alle cronache. Ma ricopre un ruolo chiave nel 2008, quando Cerroni voleva ottenere un via libera al rigassificatore di Albano Laziale che gli avrebbe consentito di arricchirsi ancor di più, puntando anche ai contributi europei Cip6. Bargagni è responsabile della Direzione regionale ambiente e cooperazione tra i popoli della Regione. E’ colei che nel marzo 2008 firma una valutazione di impatto ambientale negativa e, dopo appena sette mesi, ribalta quel suo parere in positivo. Cosa era accaduto nel frattempo? Nelle informative dei carabinieri del Noe si evidenzia che la funzionaria «aveva aderito alle richieste del suo capo», Girolamo De Filippis, ora agli arresti domiciliari come Cerroni e altre cinque persone. «Era normale e logico - scrivono i carabinieri - che per il solo fatto di aver sposato la linea di condotta dell’organizzazione e per essendone entrata a far parte, si sentiva legittimata ad avanzare delle richieste». In alcune intercettazioni, la funzionaria chiede a De Filippis di promuovere due persone a lei care: Cattena e Carco. E in proposito è esplicita: «Senti vabbè.. eh.. che ti devo di.. eh.. allora se mi nomini Cattena?». De Filippis: «Ah, si’... adesso penso che faremo ste nomine.. a sto punto». Bargagna: «Bravo.. bravo.. e la.. e la Carco..». I carabinieri fanno quindi notare che «la stretta prossimità temporale tra la rivisitazione del provvedimento di valutazione d’impatto ambientale e il ’favore’ allo sponsorizzato Cattena sembrava costituire un sorta di do ut des tra i due dirigenti».



LA CARRIERA DI FEGATELLI

Luca Fegatelli, al momento dell’arresto responsabile dell’Agenzia beni confiscati alla mafia, ha avuto una carriera fulminante. Fino al dicembre 2008 aveva ricoperto l’incarico di direttore vicario del Dipartimento istituzionale e alla fine dell’anno viene promosso a capo della Direzione regionale energia e rifiuti. Le entrate di Fegatelli, scrivono i carabinieri, raddoppiano: la sua retribuzione passa da circa 75 mila euro nel 2008 a circa 150 mila del 2009. Ad aver ”pilotato” la carriera di Fegatelli sarebbe stato, anche in questo caso, De Filippis, il suo ”mentore”, stando a quanto scritto in un esposto in procura dal sindacato regionale Direr-Dir. Fegatelli è ora ai domiciliari con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata al traffico di rifiuti e frode.



I DOCUMENTI

Ieri, davanti al gip, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Ma il suo avvocato, Domenico Oropallo, ha depositato una serie di documenti per dimostrare che Fegatelli non avrebbe firmato atti che favorirono Cerroni. A questi ha voluto anche allegare un curriculum vitae di Fegatelli, che «sotto governi regionali di segno diverso, da Badaloni, e anche prima, fino a Polverini, ha sempre ricevuto incarichi di rilievo». Sulla sua fulminante carriera, secondo gli inquirenti, non ci sono al momento elementi per contestare il reato di corruzione. «Resta, tuttavia - è scritto nella richiesta d’arresto - il sistematico sviamento di potere» in favore di Cerroni «in spregio al dovere di imparzialità del pubblico dipendente». Non sarà corruzione, ma abuso d’ufficio senz’altro.
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