Caos rifiuti, i sabotatori nel mirino della Procura

Caos rifiuti, i sabotatori nel mirino della Procura
di Adelaide Pierucci
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Martedì 22 Luglio 2014, 11:00 - Ultimo aggiornamento: 11:01
Chiuso il caos della raccolta rifiuti, o almeno il capitolo pi nero che aveva portato a trasformare i marciapiedi in pattumiere a cielo aperto, la procura si



avvia a verificare un nuovo spunto investigativo: l’ipotesi di un presunto boicottaggio architettato per alimentare l'emergenza. La pressione delle associazioni ambientaliste sul fronte è divenuta sempre più forte. L'ultima è arrivata dal Wwf regionale, che tra l'altro ha appena spuntato la costituzione di parte civile nel maxi processo contro il ras dei rifiuti e la «sua» cricca mandata a giudizio a chiusura dell'inchiesta sul sistema Cerroni del pm Alberto Galanti. Così, mentre la procura cerca di scavare sul fronte degli assentesisti di Ama che hanno raggiunto picchi storici nei giorni della mancata raccolta dei rifiuti e il sindaco Ignazio Marino senza mezzi termini ha sollecitato una inchiesta interna, la presidente del Wwf Lazio, Vanessa Ranieri, è tornata a denunciare il perverso connubio tra «rifiuti ed emergenze».





L'AUDIT

«Siamo stati soddisfatti dell'audit interno avviato in Ama, lo chiedevano da mesi al fine di poter escludere qualsiasi tipo di eventuale collegamento tra il mal funzionamento di impianti, raccolta dei rifiuti e le note vicende giudiziarie», ha dichiarato. «Potrebbe apparire infatti suggestivo che l'eventuale verificarsi di disservizi si manifesti in corrispondenza di scelte strategiche importanti per l'amministrazione relativamente alla gestione del ciclo dei rifiuti». Non si stupisce più di tanto neanche il deputato del M5S Stefano Vignaroli, che qualche mese fa ha presentato una interrogazione sulla gestione e sulla dismissione di Malagrotta. Il tema rifiuti infatti è il suo cavallo di battaglia politico: «Tutte le emergenze rifiuti in genere sono ad hoc. Tanto che la politica sul sembra stata più condizionata più dalle emergenze che dalle pianificazioni. Si scaverà anche sul fronte assenteisti».





IL DOSSIER

Intanto gli assenteisti di Ama, oltre a perdere il posto rischiano di finire indagati per truffa e falso. La procura sembra intenzionata a iscrivere nel registro indagati, già dai prossimi giorni, proprio i dipendenti che l'azienda ha già messo alla porta e che sono in cima al dossier che i vertici della municipalizzata depositeranno in settimana a piazzale Clodio. Negli uffici di via Calderon de la Barca, i dipendenti più lavativi sono sotto esame. Secondo una prima scrematura, sono in duecento quelli ritenuti più sospetti, mentre 7 lavoratori assenteisti già si sono visti recapitare altrettante lettere di licenziamento. Di certo degli ottomila dipendenti Ama duemila (quindi 1 su 4, oltre ogni media nazionale) usufruiscono della legge 104, vale a dire del permesso di tre giorni al mese per assistere un familiare disabile. Bisogna capire se tra di loro vi sia chi abusa di questo diritto. Colpisce anche il fenomeno delle assenze brevi, in coincidenza con il venerdì e il sabato, nei giorni della movida. Tutto ovviamente alle spese delle già depredate casse di Ama.

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