Rifiuti, gli impianti Tmb di Cerroni requisiti per decreto

Rifiuti, gli impianti Tmb di Cerroni requisiti per decreto
di Mauro Evangelisti
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Domenica 20 Aprile 2014, 17:52 - Ultimo aggiornamento: 17:58
Un decreto per salvare Roma dall’emergenza rifiuti. I tecnici del Ministero dell’Ambiente sono al lavoro per scrivere un provvedimento che aiuti la Capitale a uscire dal labirinto in cui è finita a causa della sua dipendenza dagli impianti di trattamento di Manlio Cerroni, travolto da un’inchiesta giudiziaria per associazione a delinquere finalizzata al traffico di rifiuti.



IL PREFETTO

L’idea di applicare lo strumento della «requisizione in uso» in casi come questi era venuta al prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro. L’aveva illustrata nel vertice del 9 aprile sull’emergenza rifiuti a Roma: vi parteciparono, oltre a Pecoraro, il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, il sindaco Ignazio Marino e il presidente della Regione, Nicola Zingaretti. Qualche giorno prima il sindaco aveva spiegato: «Presto non saprò dove portare i rifiuti della Capitale perché sta per scadere la mia ordinanza che supera l’interdittiva della procura».

In sintesi: a causa dell’inchiesta, la magistratura ha ricordato che il Comune non può avere rapporti con le società del gruppo Cerroni.







Ma senza i due impianti di trattamento di Malagrotta e senza il tritovagliatore di Rocca Cencia (tutti nell’orbita di Cerroni) i rifiuti restano per strada. Di qui la richiesta di un intervento del ministro (Marino avrebbe voluto la nomina di un commissario). Galletti, però, prima del vertice era stato molto chiaro: Comune e Regione devono illustrarci i loro progetti, spiegarci come riorganizzare il ciclo dei rifiuti, «non pensino che il governo e un commissario risolvano i loro problemi». Nel corso del vertice il prefetto Pecoraro aveva ipotizzato la possibilità di affidare la gestione dei due impianti di Cerroni a un fiduciario che incassi i pagamenti dell’Ama e con questi versi i salari ai dipendenti dei due Tmb. Questa soluzione, comunque, richiede l’assenso di Cerroni, altrimenti non si può attuare. Pecoraro aveva quindi prospettato anche lo strumento della «requisizione in uso». E qui si arriva a una norma inserita in un decreto che sta preparando il ministro dell’Ambiente. Prevede che il governatore della Regione o il sindaco, in caso di rischi per la salute pubblica e l’ambiente, abbiano i poteri per requisire impianti come quelli di Manlio Cerroni inutilizzabili a causa di inchieste giudiziarie. Questa norma ovviamente vale non solo per Roma, ma per tutto il Paese.



IL NODO

Va ricordato che una parte consistente dei rifiuti non differenziati della Capitale viene trattata nei tre impianti del gruppo Cerroni: su un totale di circa 3.300 tonnellate giornaliere, 1.900 finiscono nei tmb di Malagrotta e nel tritovagliatore di Rocca Cencia.
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