Il ricatto di un 29enne alla baby-prostituta: «Dammi 1.500 euro o metto su Facebook il video di quel che abbiamo fatto»

Un 29enne ricatta baby-prostituta
di Paola Vuolo
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Martedì 29 Ottobre 2013, 08:11 - Ultimo aggiornamento: 08:18
Lucia era ricattata da un cliente di 29 anni che aveva filmato, a sua insaputa, i loro incontri nella garonniere ai Parioli. Il giovane, che di mestiere fa il commerciante, tormentava la minorenne con telefonate ossessive. La chiamava in continuazione, voleva 1.500 euro, altrimenti il video hard sarebbe stato postato su internet. Lucia ha raccontato tutto al militare che è intervenuto per aiutarla. Nell’ordinanza si legge che Mirko Ieni ha preso le difese di Lucia, in un messaggio ha scritto al ventinovenne di mettere fine alle intimidazioni, altrimenti non gli basteranno i 1.500 euro che ha chiesto alla ragazza.



Il giovane, Mario Michael De Quattro, è stato arrestato: per i magistrati, «non solo ha avuto rapporti sessuali con una minorenne a pagamento, ma lo stesso ha fotografato e videoregistrato il rapporto, così producendo materiale pedopornografico, che ha tentato di utilizzare per ricattare la minore». All’uomo è stata contestata la produzione di materiale pedopornografico e la tentata estorsione. Nell’ordinanza si legge che l’uomo non era riuscito nell’intento dell’estorsione, per cause «indipendenti dalla sua volontà». Probabilmente, ipotizzano gli investigatori, è stato proprio l’intervento del militare a convincere l’uomo a non insistere con la richiesta dei soldi.



GLI INDAGATI L’inchiesta non è conclusa. Gli inquirenti hanno iscritto nel registro degli indagati altri cinque uomini, tutti clienti delle baby squillo. Titti e Lucia si presentavano come maggiorenni, quando i clienti chiedevano informazioni dopo avere visto le loro foto su internet; si sentivano rispondere che le ragazze avevano compiuto i 18.



Ma per gli inquirenti, il gip Maddalena Cipriani, il procuratore aggiunto Maria Monteleone e il sostituto Cristiana Macchiusi, questo è inammissibile, perché nel momento in cui incontravano le ragazze i clienti non potevano non rendersi conto di trovarsi di fronte a delle minorenni.



L’INVESTIGATORE «Non è pensabile - dice un investigatore - scambiare una ragazzina di 14 anni con una maggiorenne. Non si esclude che i clienti all’inizio non conoscessero la vera età delle minori, ma una volta che le incontravano si rendevano conto di trovarsi di fronte a delle adolescenti. I carabinieri hanno eseguito una serie di perquisizioni anche nelle abitazioni dei 5 indagati i quali insieme agli arrestati saranno presto ascoltati dai giudici.



Nelle pagine dell’ordinanza si legge che le persone coinvolte nel giro avevano indotto le ragazze minorenni alla prostituzione «favorendone l’attività, procacciando i clienti e suggerendo le modalità. In alcuni casi le giovani venivano esortate ad inviare foto e filmini che le riproducono in posizione sexy così da procurare clienti».
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