Roma, gambizzato a San Lorenzo ha precedenti per mafia: agguato è regolamento di conti

Roma, gambizzato a San Lorenzo ha precedenti per mafia: agguato è regolamento di conti
di Marco De Risi
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Sabato 6 Dicembre 2014, 12:49 - Ultimo aggiornamento: 7 Dicembre, 10:07
L'agguato a Giuseppe Restuccia potrebbe essere la conseguenza di un regolamento di conti.

Il tentato omicidio è avvenuto il 3 dicembre scorso, in pieno giorno. Due sicari fanno fuoco nel quartiere centrale di San Lorenzo, su un tratto di via dei Falisci. La vittima, Giuseppe Restuccia, siciliano di 51 anni, pregiudicato per mafia, intuisce tutto pochi secondi prima: corre, evita cinque proiettili, ma uno gli trapassa il fianco.



Ma chi è Giuseppe Restuccia, pregiudicato per associazione di stampo mafioso? Il suo nome viene fatto da un super pentito che aiuterà le indagini della squadra mobile di Roma nell’operazione ”Alba Nuova” dello scorso anno: viene smascherata la mafia del Litorale con oltre 50 arresti. Secondo il pentito e le inchieste, Restuccia avrebbe frequentato gli ambienti contigui a quelli di altri boss fra cui quello di Michele Senese, il camorrista che pochi giorni fa è stato condannato all’ergastolo. Il suo nome, infatti, spunta anche su un troncone d’indagine della squadra mobile.



Proprio Senese, lo scorso anno tornò in carcere dopo il soggiorno dorato in una clinica sulla Nomentana. Gli agenti arrestarono una decina di persone fra le quali il responsabile della clinica e periti corrotti: in manette finisce anche l’avvocato del boss Senese accusato di far parte della ”cricca”. Gli investigatori dimostrano un giro di falsi certificati medici per ottenere l’incompatibilità carceraria. Ed anche in questo caso spunta Giuseppe Restuccia, l’uomo ferito in un agguato pochi giorni fa. Il presunto mafioso avrebbe pagato la ”cricca” per ottenere i falsi certificati medici per evitare il carcere proprio come il boss della camorra.



La ”carriera” romana di Restuccia finisce sulle cronache già negli anni ’90 quando viene arrestato dalla polizia per una serie di rapine in banca. Sempre secondo gli inquirenti, il rapinatore già all’epoca, sarebbe legato alle cosche. Un quadro inquietante quello che fa da sfondo alla sparartoria avvenuta tre giorni fa a San Lorenzo. L’ultima di un lunga serie.



La settimana scorsa, a La Pisana, è stato ucciso con un colpo alla nuca Fabio Farre, un pregiudicato romano anche lui con un passato da rapinatore negli anni ’90.