Secondo lo studio il Lazio si trova al 67esimo posto nella classifica. Il primato italiano va alla Lombardia (44° posto), mentre Calabria (211°) e Sardegna (231°) sono le peggiori.
Secondo l’analisi, l'Italia è spaccata in due in termini di accessibilità, ovvero la facilità di raggiungere determinati territori, utilizzando le infrastrutture di trasporto esistenti: ad eccezione del Trentino Alto Adige, infatti, tutte le regioni del Nord, Piemonte e Lombardia in testa, si collocano sopra la media nazionale, mentre quelle del sud, Basilicata e Sardegna in coda, ben al di sotto.
Il Lazio ha come indice di accessibilità regionale (che misura quante auto e quanti camion possano marciare su una strada) il 57,4. Risulta leggermente sopra la media nazionale che è del 52,2, bisogna considerare però che, ad eccezione del trentino alto Adige tutte le altre regioni del centro nord sono notevolmente sopra la media. In altre parole, il sud, e non solo continua ad accusare forti ritardi nella mobilità.
I deficit di infrastrutture, come noto, frenano la crescita del paese e la sua competitività. È stato calcolato che se l'Italia avesse le infrastrutture della Germania , il nostro prodotto interno lordo varrebbe 42 miliardi di più.Come ci dice il presidente della Confcommercio Carlo Sangalli: "l'Italia, il Lazio compreso, è sempre di più fuori dalle rotte internazionali del trasporto merci. Questo perché le infrastrutture sono inadeguate, l'accessibilità sia fisica sia digitale è carente, la politica delle infrastrutture è altalenante. Tutto questo ha un costo," una tassa occulta" che grava sui consumi delle famiglie, che Confcommercio stima in 700 euro a famiglia l'anno. In altre parole le inefficienza della logistica italiana vengono pagate a cara prezzo dai cittadini, anche se non lo sanno".