MINORENNE
Le cose tra loro due non andavano bene già da qualche tempo. Lei, figlia di una famiglia borghese che risiede in una strada tra le più eleganti di Ostia, via delle Baleniere, studentessa ben educata e perbene. Lui, operaio in un albergo di Fiumicino, 25 anni, figlio di immigrati sudamericani stabilitisi in Sicilia e arrivato a Roma in cerca di un futuro migliore. Ieri le loro differenze sono scoppiate in tutta la loro drammatica dirompenza. E’ successo a Ostia, nell’appartamento della ragazza. Non è chiaro se il giovane l’abbia raggiunta dopo che lei gli aveva rivelato la verità al telefono o se, invece, l’esplosione della furia è stata successiva ad un tentativo di ricucitura giocato sull’evidenza di una gravidanza ormai avanzata. Al quarto mese, e quindi non più cancellabile con un aborto.
Qualunque sia stata la modalità che ha scatenato la violenza del venticinquenne gli effetti sono stati terribili. La ragazza è stata pestata a sangue, colpita sulla testa, alle braccia e persino sui reni, con pugni e calci. Bersagliata da un ciclone di rabbia, ferocia, insensibilità scatenato contro chi gli supplicava amore e rispetto, per sè e per la creatura che le cresce dentro.
Esaurito l’incontrollabile assalto di brutalità, l’orco ha preso la porta di casa e ha abbandonato la sua vittima sul pavimento, bisognosa di aiuto. Ed è così che l’hanno trovata i genitori che qualche minuto dopo sono rientrati. Immediatamente una pattuglia della polizia ha raggiunto l’appartamento e senza aspettare l’arrivo dell’ambulanza ha soccorso la ragazza accompagnandola all’ospedale Grassi.
I SOCCORSI
I medici l’hanno ricoverata in codice giallo. Non si sa ancora se perderà il piccolo o se riuscirà a portare avanti la gravidanza. Sicuramente non dimenticherà l’orrore di quelle botte e di quell’odio subito per difenderlo. Certamente troverà l’affetto delle operatrici del Codice Rosa, il servizio di assistenza alle donne vittime di violenza inaugurato appena due settimane fa al pronto soccorso di Ostia come risposta all’escalation di aggressioni e maltrattamenti nei confronti delle donne che vivono sul litorale romano. Proprio ieri le assistenti di quello sportello antiviolenza hanno presentato un bilancio del fenomeno: cento casi di richiesta di aiuto negli ultimi cento giorni. Praticamente, una media di una donna al giorno picchiata dal proprio compagno.
Gli agenti del Commissariato Lido, insieme con quelli di Fiumicino, intanto, hanno avviato la caccia al bruto. Il 25enne ha fatto perdere ogni sua traccia, non si è presentato al posto di lavoro e non si è trovato neanche a casa. Potrebbe rischiare l’accusa di tentato omicidio.
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