La fine dell'ex pugile che sfidò Duran: massacrato dal nipote

La fine dell'ex pugile che sfidò Duran: massacrato dal nipote
di Morena Izzo
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Martedì 5 Maggio 2015, 06:11 - Ultimo aggiornamento: 6 Maggio, 10:39

«Aiutatemi mi stanno uccidendo». E' riuscito a dire solo questo Willy Ndomingiedi, un congolese di 56 anni ucciso a sassate e a colpi di pala dal nipote 28enne di nazionalità francese, arrestato dai carabinieri di Monterotondo. E' accaduto a Mentana dopo l'ennesima lite: lo zio voleva che cercasse un lavoro e lo accusava di sfruttare la sua ospitalità. Il giovane da qualche mese viveva in casa della vittima, in via del Conventino 89.

E' qui che lo ha ucciso scagliandosi contro di lui come una furia.

Lo ha colpito ripetutamente con la pala prima in testa e poi all'addome e ancora in testa. Non solo. Ha usato anche una pietra, che è stata trovata sporca di sangue. L'uomo, che in passato faceva il pugile, ha avuto solo la forza di chiedere aiuto, ma non è riuscito a reagire a quella violenza.

Una signora, che abita davanti al loro appartamento, ha sentito Willy urlare e ha chiamato i carabinieri che sono subito intervenuti.

«Correte, correte, lo sta uccidendo». Quando i militari sono arrivati, il nipote stava continuando a colpire lo zio, che ormai era riverso a terra in una pozza di sangue, ma ancora vivo. L'assassino è stato disarmato mentre gli operatori del 118 tentavano in tutti i modi di rianimare la vittima. L'uomo è stato subito portato in ambulanza all'ospedale Santissimo Gonfalone di Monterotondo, dove però è arrivato già cadavere: aveva il cranio fracassato e il corpo dilaniato dalle ferite procurate dai colpi di pala inferti con tanta violenza.

«Mi fermo. Mi fermo», ha detto l'assassino ai carabinieri che lo hanno bloccato mentre continuava ad accanirsi sulllo zio in terra.

LITI CONTINUE «Mi sono stancato di mantenerti. Devi cercarti un lavoro. Sono mesi che continuo a darti da mangiare, a comprarti i vestiti, a darti i soldi che non guadagni. Questa storia non può più andare avanti». Queste frasi Willy le aveva ripetute spesso a quel nipote, che in Italia era arrivato da pochi mesi. Lo aveva ospitato, nonostante un lavoro non ce l'avesse neanche lui, che già faticava ad andare avanti da solo.

Viveva di piccoli lavoretti come operaio o vendendo ferro e rame, che trovava nei cassonetti dell'immondizia. Willy a Mentana era arrivato da più di un anno e si era integrato bene. Lo conoscevano tutti. Non aveva mai avuto problemi con la giustizia, così come non ne aveva avuti neanche il nipote. Per lui si sono subito aperte le porte del carcere di Rebibbia a Roma, mentre la salma è stata messa a disposizione del magistrato della procura di Tivoli, Gabriele Iuzzolino. L'autopsia sarà effettuata nell'istituto di medicina legale di Roma.

Quello di Willy è il secondo omicidio a Mentana a pochi mesi da quello del medico Lucio Giacomoni, massacrato di botte lo scorso gennaio da tre giovani romeni di 24, 25 e 26 anni, arrestati poco dopo dai carabinieri. Un episodio che spinse il sindaco di Mentana, Altiero Lodi, a chiedere l'intervento dell'esercito. Una richiesta sostenuta anche dai sindaci dei Comuni limitrofi, che in quell'occasione firmarono un documento congiunto per avviare maggiori controlli contro furti, rapine e aggressioni. Nel 2012, sempre a Mentana, fu freddato con un colpo di pistola nel suo bar, Giorgio Marcucci di 53 anni.