Prostituzione, il racket con 5mila schiave del sesso. Un giro alimentato da centomila clienti

Prostituzione, il racket con 5mila schiave del sesso. Un giro alimentato da centomila clienti
di Lorenzo De Cicco
3 Minuti di Lettura
Sabato 26 Aprile 2014, 10:17 - Ultimo aggiornamento: 16:59
Centomila clienti l'anno, cinquemila ragazze schiavizzate. I numeri del racket del sesso nella Capitale crescono di anno in anno. Un mercato florido che non conosce crisi. E una prostituta su cinque è minorenne quando mette piede per la prima volta a Roma. Un giro d'affari che a livello romano muove oltre un miliardo di euro l'anno.



La maggior parte delle squillo, circa il 65 per cento, si prostituisce in strada, secondo l'ultimo rapporto della comunità Giovanni XXIII. Dalla Salaria alla Tiburtina, dalla Palmiro Togliatti all’Eur. Strade dove il mercato del sesso non si accende più con le luci dei lampioni, ma molto prima. Perché i primi clienti ormai arrivano già durante la pausa pranzo.



LE BANDE

Le ragazze ridotte in schiavitù provengono per il 60% dall’Est Europa. Quasi tutte dalla Romania. Dopo l'ingresso nell'Unione europea nel 2007, le ragazze di Bucarest hanno sostituito le albanesi. Non hanno problemi di passaporto, nessuno le può mandare via. Il racket in genere è gestito da micro-bande, quasi tutte formate da connazionali, che sfruttano dalle 5 alle 15 ragazze. In alcuni casi, spiegano dalla Questura, lo sfruttatore è lo stesso fidanzato della prostituta. E la dinamica del fidanzamento-sfruttamento è anche la più difficile da disarcionare a livello legale.



RITI VOODOO

Subito dopo le romene ci sono le nigeriane. Sono il 35% delle lucciole da marciapiede. In questo caso la struttura che gestisce la tratta è di tipo matriarcale. C'è sempre una “madame” a capo della banda.



Queste organizzazioni clandestine si accollano le spese del viaggio delle ragazze dalla Nigeria e poi, quando sono arrivate in Italia, le costringono a prostituirsi per riscattare il debito. In genere le lasciano libere dopo che hanno “restituito” una cifra che va dai 20 ai 30mila euro. In alcuni casi anche le famiglie in patria sanno che le ragazze si prostituiscono. Di più: questi viaggi sono anticipati da una serie di riti voodoo compiuti dallo stregone del villaggio. Ecco perché, oltre alla questione economica, c'è un altro grottesco “debito” che le ragazze sentono di dover estinguere: quello con il rito magico.



RISCATTI D'ORO

In aumento anche le ragazze che vengono dalla Cina: oggi sono il 5%, ma sono in forte crescita. Le ragazze asiatiche non si prostituiscono in strada, ma quasi sempre nei centri massaggi, dove spesso si pratica una prostituzione soft. Oppure in appartamento - stesso discorso per le ragazze del Sud America - con il racket che organizza gli incontri e amministra le case. Anche in questo caso, come per le nigeriane, spesso le ragazze sfruttate devono riscattare il debito per il viaggio che le ha portate in Italia, pagato da chi le sfrutta. Anche qui per essere libere devono dare a chi le schiavizza intorno ai 30 mila euro.



E i clienti chi sono? Quasi sempre di ceto piuttosto elevato: reddito medio alto nel 56% dei casi, età fra i 40 e i 55 anni nel 43%. In genere professionisti e spesso sposati, oltre il 70%. Il cliente romano poi è piuttosto abitudinario: nel 75% dei casi va a caccia di sesso in cambio di soldi una volta ogni due settimane. E il 70% chiede una prestazione non protetta.