I funerali alla vigilia dell'anniversario del restrallamento al ghetto

I parenti delle vittime delle Fosse Ardeatine
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Sabato 12 Ottobre 2013, 13:52
ROMA - Furono 1.259 le persone della comunit ebraica romana (tra i quali 207 bambini, 363 uomini e 689 donne) rastrellate dai soldati tedeschi della Gestapo tra le 5,30 e le 14 di sabato 16 ottobre 1943 nel ghetto di Roma, tra Via del Portico d'Ottavia e le strade adiacenti. Una data che quest'anno assume un valore particolare per la ricorrenza dei 70 anni della razzia e per le polemiche seguite alla scelta dei far svolgere i funerali di Erich Priebke proprio il 15 ottobre. La scelta di quella particolare giornata, festiva per gli ebrei, fu fatta per sorprendere il maggior numero di persone, cosa che avvenne grazie all'impiego, in tutta Roma, di 365 uomini della polizia tedesca - di cui circa un centinaio nel solo ghetto - coordinati da 14 ufficiali e sottoufficiali.



Un certo numero di persone fu rilasciato perchè appartenente a famiglie stranieri con «sangue misto», ma tra le persone rastrellate 1.023 furono deportate ad Auschwitz, e soltanto 16 di loro scamparono alla morte (15 uomini e 1 donna, Settimia Spizzichino, che riuscì a sopravvivere alle torture di Bergen-Belsen). Le 1.259 persone catturate, di cui molte di loro ancora in pigiama, furono caricate su camion militari coperti da teloni e portati in maniera provvisoria presso il Collegio Militare di Palazzo Salviati in via della Lungara, dove rimasero per circa 30 ore, dopo essere stati separati per genere.



Tra questi figurava anche un neonato, partorito da Marcella Perugia il 17 ottobre. Duecentotrentasette prigionieri furono poi rilasciati in seguito al controllo sullo status dei prigionieri che li identificò come cittadini stranieri o appartenenti a famiglie «miste». Gli ebrei catturati vennero trasferiti alla stazione ferroviaria di Tiburtina e messi su un convoglio costituito da 18 carri merci, che partì alle 14 di lunedì 18 ottobre per giungere a Auschwitz alle ore 23 del 22 ottobre. Durante il viaggio due persone anziane morirono; un giovane invece - Lazzaro Sonnino - riuscì a fuggire a nord di Padova buttandosi dal convoglio in movimento.



Ad Auschwitz i deportati ebrei furono divisi in due file: da una parte 820 persone, valutate fisicamente non abili al lavoro, e dall'altra 154 uomini e 47 donne, giudicati fisicamente idonei. Il drappello degli 820 finì immediatamente nelle camere a gas del campo di sterminio dove furono uccisi con l'espediente delle «docce». L'altro gruppo fu invece smistato e inviato in altri campi di sterminio.
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