Pino Pelosi assassino a 17 anni: scontata la pena per l'omicidio Pasolini si è dichiarato innocente

Pino Pelosi assassino a 17 anni: scontata la pena per l'omicidio Pasolini si è dichiarato innocente
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Venerdì 18 Luglio 2014, 13:49 - Ultimo aggiornamento: 19 Luglio, 08:37

Una vita costellata da reati quella di Pino Pelosi nonostante i suoi pubblici pentimenti. Pi volte stato trovato in possesso di droga e in passato fu indagato anche in una serie di rapine.

Pino Pelosi, negli anni, ha sempre sostenuto, anche in molte interviste, l’esistenza di una regìa occulta dietro la morte di Pier Paolo Pasolini. Un omicidio, secondo Pino la rana, politico, dai contorni misteriosi. Ma le inchieste giudiziarie non hanno mai appurato tale contesto mentre Pino Pelosi fu arrestato dai carabinieri sporco di sangue e a bordo dell’auto di Pasolini poco distante il luogo dell’omicidio.

Pino Pelosi è nato a Roma il 28 giugno 1958. Ha vissuto nel quartiere di Setteville di Guidonia, vicino al confine di Roma, dove era conosciuto come Pelosino per via dell'aspetto imberbe, senza ombra di barba. Successivamente la stampa lo ribattezzò Pino la rana per gli occhi sporgenti, la bocca larga e l'aspetto poco avvenente. Ha frequentato la scuola fino alla 2ª media, vivendo di espedienti e piccoli furti. Durante le sue numerose condanne ha iniziato in carcere a coltivare la propria passione letteraria e musicale, scrivendo poesie e diventando chitarrista provetto.

Il 2 novembre 1975, all'età di 17 anni, venne fermato nelle ore seguenti l'omicidio alla guida della Alfa Romeo Giulia GT 2000 di Pasolini mentre procedeva contromano sul lungomare di Ostia. Reo confesso, sicuro di un'assoluzione per legittima difesa a presunti soprusi e minacce di Pasolini, il 26 aprile 1979 Pelosi venne condannato definitivamente dalla Corte di Cassazione a nove anni e sette mesi di reclusione per l'omicidio volontario in concorso con ignoti.

Dopo la condanna, sconta la pena fino al dicembre 1982, quando torna in semilibertà. Negli anni successivi entrerà e uscirà dalla galera, cinque giorni dopo essere uscito dalla prigione verrà infatti di nuovo arrestato per rapina ad un furgone postale. Continuerà a delinquere fino a una rapina commessa il 1º settembre 2000.

A trent'anni dall'omicidio, nel maggio 2005, alla trasmissione televisiva della Rai Ombre sul giallo, in contraddizione con la sua confessione in fase processuale, affermò di non aver partecipato in prima persona all'aggressione di Pasolini, ma che questa fu effettuata da tre persone, a lui sconosciute.

A giustificazione della sua reticenza e dell'essersi accollato la responsabilità dell'omicidio, Pelosi affermò di essere stato minacciato di morte assieme ai suoi genitori da parte di uno degli aggressori, e di aver pertanto atteso fino alla morte (per cause naturali) di questi ultimi, prima di iniziare a parlare.

Nella nuova versione dei fatti, Pelosi parla di due giovani "dall'accento siciliano", indicazione che con altre sembra collimare con le prime ipotesi degli inquirenti, i quali attribuivano complicità nel delitto ai fratelli Borsellino, criminali comuni romani dediti al traffico di stupefacenti, militanti nell' MSI con simpatie politiche di estrema destra e morti di Aids negli anni novanta.

Dopo essere nuovamente arrestato per spaccio di droga nel 2005, è stato affidato ai servizi sociali e ha svolto il lavoro di netturbino per il comune di Roma. Il 23 settembre 2009 è tornato libero dopo l'espiazione della pena. In un'intervista rilasciata al blog di Beppe Grillo, Pelosi afferma l'estraneità del criminale ergastolano Giuseppe Mastini, noto alla cronaca come Johnny lo Zingaro, che fu suo amico, poi compagno di prigione nel 1976 e più volte sospettato come quarto uomo nel delitto Pasolini.

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