Pigneto, la telefonata choc del pusher: «Ho di tutto, dall'hashish all'eroina». Luxuria: «Il quartiere è in mano loro»

Pigneto, la telefonata choc del pusher: «Ho di tutto, dall'hashish all'eroina». Luxuria: «Il quartiere è in mano loro»
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Venerdì 30 Gennaio 2015, 19:07 - Ultimo aggiornamento: 19:50
Un campionario completo, dall'hashish all'eroina, passando per la cocaina. Gli spacciatori al quatiere del Pigneto, a Roma, non si fanno problemi a parlarne al telefono, apertamente, come dimostra l'inchiesta di Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, conduttori della trasmissione “Ecg Regione Lazio”, su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.



«Roba buona», come non si stanca di ripetere un pusher, al telefono con uno speaker della radio universitaria. E la cosa più inquietante è che per essere contattati da uno spacciatore basta fare una passeggiata. Perché, come testimonia anche Vladimir Luxuria, che da parecchi anni risiede nel quartiere, sono i pusher a farsi avanti senza timore o vergogna. E non solo.



«Il problema del Pigneto non è solo spaccio, ma anche le risse, che spesso avvengono in pieno giorno davanti ai bambini, con bottiglie rotte e spargimenti di sangue. Tutte le persone vengono importunate dagli spacciatori, che a volte reagiscono male se qualcuno in maniera infastidita dice che non è interessato all'acquisto», spiega Luxuria ai microfoni di Radio Cusano Campus, «Dopo la mia denuncia e quelle dei residenti c'è stato l'intervento delle forze dell'ordine.
C'è stata una diminuzione degli spacciatori, perché prima c'era una vera e propria occupazione militare. Però non possiamo certo dire che il problema sia stato risolto, ci sono ancora gli spacciatori, li ho visti anche dalla mia finestra mentre nascondevano la droga in una tendina di un negozio di alimentari. Lo sanno tutti dove c'è lo spaccio, allora che facciamo, dobbiamo arrenderci? Il Pigneto deve diventare terra loro? Ci sono pesci piccoli e pesci grossi, io non so chi c'è dietro e quali agganci ha. Ma se tutto questo viene consentito, vuol dire che qualcosa sotto c'è».




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