Piano regolatore, la nuova centralità di Massimina

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Lunedì 20 Ottobre 2014, 13:02 - Ultimo aggiornamento: 13:20
Un nuovo centro commerciale, con edilizia a media e bassa densità, 30.000mq di servizi privati, (commerciali, direzionali e ricettivi), a fronte di una nuova fermata della ferrovia Roma-Civitavecchia, oltre 150.000 mq di verde pubblico e 30.000 mq tra scuole, piscine, centro culturale e parrocchiale. Il tutto in un'area grande come il Campo Marzio, che finora ha però scontato la vicinanza alla discarica di Malagrotta e l'assenza dei servizi nella borgata. È la centralità urbana di Massimina, alla periferia ovest della Capitale, la prima in attuazione del nuovo Piano regolatore, presentata oggi in Campidoglio dall'assessore comunale alla Trasformazione urbana Giovanni Caudo e dal presidente del Municipio XII, Cristina Maltese. 112 ettari l'ambito d'intervento del progetto affidato alla Seci Real Estate del Gruppo Industriale Maccaferri, dal valore di 510 milioni di euro, 120 dei quali destinati a opere di

interesse pubblico.



A usufruirne sia i circa 2.750 nuovi abitanti, tra ville bifamiliari e quadri familiari, che i 10mila già presenti nella borgata. Tre gli obiettivi strategici: la già citata nuova fermata della FM5 Roma-Civitavecchia, una migliore connessione del quartiere con la grande viabilità di collegamento attraverso il nuovo raccordo sull'Aurelia e peil G.R.A. e le piste ciclabili, la riqualificazione dell'esistente e la trasformazione in quartiere autosufficiente. In programma, inoltre, il recupero dei 36 ettari dell'ex cava di inerti e la realizzazione di un grande Parco pubblico urbano. Dalla «nuova» Massimina dovrebbe trarre beneficio

anche il parco dell'Appia Antica, una parte del quale sarà liberata, tramite compensazione, dall'edificazione del comprensorio di Tor Marancia. Sei anni la durata prevista dei cantieri, che impegneranno in media 100 addetti l'anno.



«Teniamo particolarmente a questo intervento, che dà priorità alla riqualificazione sostanziosa e importante dell'esistente - ha spiegato Caudo -. Proprio per questo ci sono alcuni elementi specifici di

questa centralità in cui abbiamo evitato di ripetere gli errori del passato. Prima di dare il via ci siamo accertati tramite la Regione che la nuova fermata della FM5 fosse assunta all'interno del contratto di servizio. Lo è - sottolinea - e sarà in funzione quando il quartiere comincerà a vivere».



L'area in questione «ha dimensioni importanti, come il Campo Marzio, in cui l'intervento però non sarà ad alta densità, e rispetterà i parametri fissati dal programma europeo Horizon 2020. I lavori sono già partiti, alcuni dei capannoni che occupano l'area sono in fase di demolizione». Per Maltese quello di Massimina «è un tessuto fortemente compromesso, sia dal punto di vista ambientale sia per le difficoltà di connessione e dei servizi, dei quali la borgata è quasi totalmente priva». Quella odierna «è l'occasione per ripensare Massimina come quartiere, non più come zona altamente degradata vista la vicinanza di Malagrotta. Finalmente ragioniamo in termini di risanamento, non più di peso. È un'opera molto attesa anche dai cittadini - nota - fin dal 1998 c'è stata un'ampia discussione sul futuro di quest'area, ora siamo in fase di start up, sempre mantenendo un'attenzione molto alta sul tema».