In pensione il prefetto Fulvio Della Rocca, a Roma come questore sconfisse la mafia di Ostia

In pensione il prefetto Fulvio Della Rocca, a Roma come questore sconfisse la mafia di Ostia
di Marco De Risi
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Sabato 1 Agosto 2015, 21:04 - Ultimo aggiornamento: 23:31
Sempre in prima linea a combattere il crimine ma anche ad innovare la tecnologia della Polizia di Stato. Un uomo colto, amato dai suoi uomini che hanno sempre apprezzato le sue doti umane. Va in pensione il vice capo della Polizia, il prefetto, Fulvio Della Rocca, napoletano, sposato con due figli, che dal giugno 2012 al dicembre 2013 ha diretto la Questura di Roma.



Il Prefetto si è arruolato in Polizia nel 1975, lo stesso anno di altri due ”big”: l’attuale capo, Alessandro Pansa e colui che l’ha preceduto, prematuramente scomparso, Antonio Manganelli. Fulvio Della Rocca, a Roma, è stato fra coloro che hanno inaugurato e gestito la nuova stagione dell’”Antimafia”. Non solo: ha innovato i canali informatici così come ha creato il profilo della questura romana su ”Facebook” e ”Twitter”. Sotto la sua guida gli uomini della Questura hanno inferto un duro colpo alla mafia del litorale. Venne chiamata operazione ”Alba Nuova”: oltre 50 malavitosi di Ostia furono arrestati con l’accusa inedita di associazione a delinquere di stampo mafioso. Il prefetto Fulvio Della Rocca si è distinto per il suo equilibrio nel gestire l’ordine pubblico: pronto ad ascoltare le ragioni dei manifestanti cercando di evitare sempre lo scontro fisico durante le proteste in piazza. Così come è accaduto con la gestione di incontri di calcio ad alto rischio come i derby romani. Il Prefetto iniziò la carriera da commissario a Mantova, per poi spostarsi a Gioia Tauro, Reggio Calabria, poi a Bologna; nel 2001 la nomina a Questore di Agrigento, a cui sono seguite quelle di Ravenna, Pisa, Venezia, e infine a Roma, per poi tornare a Ravenna da Prefetto. Ha concluso la sua carriera come vice direttore centrale della Polizia Criminale. In quest’ambito grazie al suo impulso sono stati catturati pericolosi latitanti come il camorrista Pasquale Scotti, “Pasqualino ‘O Collier”, figura di spicco del crimine organizzato individuato e arrestato in Brasile dopo 31 anni di latitanza.