La tariffa, annuncia il presidente Zingaretti, «è stata fissata in 800 euro». Ed è stata fissata dopo un'attesa di anni perché la legge regionale permetteva il parto in casa ma non precisava la tariffa per il rimborso spese. E dunque, spiegano dalla Regione Lazio, «la mancata fissazione del rimborso aveva reso quel provvedimento. ovvero il decreto 29 con cui si definivano i criteri e le modalità per ricevere il rimborso forfettario nel caso si fosse optato per il parto a domicilio, una sterile dichiarazione di principi».
IL DECRETO
Il rimborso copre le spese che donne devono affrontare per avvalersi dell'esperienza di ostetriche libere professioniste che operano privatamente. Ora il percorso per ottenerlo si sblocca e sarà più agevole partorire in casa. La possibilità di partorire tra le mura delle propria casa è percorribile però solo nel caso sia accertato dal ginecologo che si tratta di un parto naturale senza complicanze. Nello stesso decreto il Commissario ad acta detta le regole per potenziare la rete dei consultori regionali. Ed infatti questo è un ulteriore passo, spiega Zingaretti, per il rilancio dei consultori: «una vera e propria primavera della rete dei consultori che vuol dire attenzione massima alle famiglie, ed ai loro problemi e va in questo senso la quantificazione del contributo di 800 euro per chi vuole partorire a casa, fenomeno che fino agli anni 70 era di massa soprattutto nelle province, e la riqualificazione del consultori».
LE GARANZIE
Con questo provvedimento la Regione dunque procede alla definizione di una griglia di indicatori e funzioni base che deve essere uguale in tutte le Asl , a differenza di quanto accade oggi, al fine di garantire a tutti i cittadini del Lazio uguale accesso alle cure e all'assistenza. Tutto questo nel giorno della festa della mamma, segnato da appelli al riconiscimento di un ruolo (lavoro)sempre più difficile.
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