NEL CONDOMINIO
La sera del nove ottobre di cinque anni fa, un lavoratore romano stava tornando a casa un po' più tardi del solito. Non trovando un parcheggio nel cortile sotto la sua abitazione, in via Pietro Belon, una traversa di via Casilina, quartiere Torre Maura, aveva deciso di lasciare la sua automobile, una golf, in doppia fila, impedendo così ad un'altra macchina di muoversi. La mattina seguente, intorno alle sei e mezza, il proprietario dell'auto bloccata era giunto in cortile con sua moglie per recarsi a lavoro. Si era così immediatamente accorto che non sarebbe riuscito a spostare la sua vettura. Fortunatamente però la coppia aveva subito capito che quella golf parcheggiata in doppia fila apparteneva ad un condomino che viveva in casa da solo.
Così, il marito aveva subito iniziato a citofonare e visto che non riusciva ad avere alcuna risposta, dopo diversi minuti, era entrato nel palazzo ed aveva iniziato a bussare insistentemente alla porta del vicino di casa che aveva bloccato la sua auto. «Non ho sentito nulla- aveva detto in aula il trasgressore- la notte sono solito levare le protesi acustiche perchè fischiano e quindi posso solo sentire al venti per cento. Mi sono accorto solo che la porta traballava». Ad un certo punto, dopo circa quaranta minuti, i due coniugi avevano deciso di rinunciare a muoversi con la macchina e di andare a lavorare utilizzando il motorino. Ad un tratto però, mentre si allontanavano, avevano notato che il vicino di casa era sceso per spostare l'auto: «Scusa, scusa - aveva detto l'uomo - non volevo bloccare nessuno». «Io ti denuncio» aveva invece rispsto furibondo uno dei due coniugi.
E così la vicenda era finita in procura, sul tavolo del sostituto procuratore Francesco Ciardi. L'uomo era quindi stato rinviato a giudizio e dopo un processo durato un anno è stato recentemente condannato a due mesi di carcere e quattromila euro di risarcimento. Non male per un parcheggio in doppia fila.
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