Il Papa a Tor Bella Monaca: «I poveri
le vere vittime dei mafiosi»

Il Papa a Tor Bella Monaca: «I poveri le vere vittime dei mafiosi»
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Domenica 8 Marzo 2015, 19:55 - Ultimo aggiornamento: 20:08

«Quando la gente si sente accompagnata e ben voluta non cade nella rete dei cattivi, dei mafiosi che sfruttano la gente povera per farle fare il lavoro sporco. Poi se la polizia li trova, trova la povera gente e non i mafiosi che pagano la loro sicurezza, voi lo sapete». Lo ha detto Papa Francesco incontrando il consiglio pastorale della parrocchia di S.Maria Madre del Redentore a Tor Bella Monaca dove ha compiuto una visita

pastorale. Il Papa ha voluto rimarcare come il «primo comandamento» sia «la vicinanza». Un'imponente folla in festa ha accolto Papa Francesco nel pomeriggio nella chiesa di Santa Maria Madre del Redentore, a Tor Bell Monaca. Il Pontefice è arrivato dopo la sosta effettuata nel vicino centro caritas di Santa Giovanna Antida, per un incontro con le suore missionarie che assistono malati e portatori di handicap. Migliaia i fedeli assiepati dietro le transenne sistemate in via di Tor Bella Monaca, già pieno il campo sportivo della parrocchia dove Francesco incontrerà i bambini dell'oratorio, delle catechesi, gruppi boy scout e semplici residenti del quartiere con le loro mamme e i papà. Il Papa è arrivato in auto e si è fermato per salutare i bambini.

Dopo la tappa con i ragazzi, previsti altri due incontri nella chiesa, uno con i bambini e i ragazzi del centro diurno, l'altro con gli operatori e le operatrici della parrocchia, prima della messa conclusiva in programma alle 18. «Non vediamo l'ora di vederlo», aveva detto la mamma di uno dei bambini presenti.

Molti di loro sventolavano bandierine e fazzoletti colorati.

«Cosa ha provato quando è stato eletto Papa?», «Se Dio perdona tutti, come mai esiste l'inferno?» e «Che vuol dire vivere da cristiano?». Queste le domande rivolte a Francesco dai bambini e ragazzi della chiesa di Santa Maria del Redentore, a Tor Bella Monaca, che hanno salutato l'arrivo del Pontefice dal campo sportivo della parrocchia. Nel discorso di risposta ai ragazzi, il Papa ha voluto sottolineare la necessità della vicinanza al Signore, definendo il male come «l'assenza del bisogno di Dio» prima di porre l'accento sul significato di «morale cristiana» come di «vivere accanto a Gesù, non senza tentazioni, ma cercando di rialzarsi dopo essere caduti».

Alla domanda sulle sue sensazioni da Papa, Francesco ha detto: «Non lo so. Mi hanno cambiato la diocesi - ha continuato hascherzando, strappando diversi sorrisi alla folla - Sono felice ora come lo ero prima». L'incontro è inziato intorno alle 16.30 e si è concluso con il regalo, da parte di alcuni dei ragazzi, di una maglietta da calcio al Pontefice, che ha ringraziato e salutato i bambini prima di lasciare l'area del campo sportivo per recarsi all'interno della chiesa per gli altri incontri in programma prima della messa. La gente di Tor Bella Monaca è buona ma ha soltanto un difetto, lo stesso che avevano Gesù, Maria e Giuseppe: essere poveri, la povertà», ma «la differenza è che Giuseppe e Gesù avevano un lavoro mentre tanta gente non ha nemmeno da dar da mangiare ai figli e voi lo sapete».

Così il Papa al consiglio pastorale della parrocchia a Tor Bella Monaca spiegando come in questa situazione di «ingiustizia» sta «il dramma» della gente «buona ma messa a dura prova dalla disoccupazione e così costretta a fare cose brutte perchè la società non offre un'altra via». «Quando la gente si sente accompagnata e ben voluta non cade nella rete dei cattivi, dei mafiosi che sfruttano la gente povera per farle fare il lavoro sporco. Poi se la polizia li trova, trova la povera gente e non i mafiosi che pagano la loro sicurezza, voi lo sapete».

Lo ha detto Papa Francesco incontrando il consiglio pastorale della parrocchia di S.Maria Madre del Redentore a Tor Bella Monaca. «Stare vicino alla gente - ha ribadito -, noi non possiamo andare con il tu devi, tu devi, ma con quella vicinanza che è la carezza che Gesù ci ha insegnato». «Vicinanza - ha sottolineato ancora - anche a quello che io so che ha fatto fuori due, tre persone? Sì, avvicinati, perchè anche quello ha un cuore e c'è tanta ingiustizia».

Un'ingiustizia che, ha anche detto il Papa, non si combatte, «facendo manifestazioni politiche e poi andando a mangiare una bella pizza con la birra tutti insieme, ma con la vicinanza concreta». «Una volta in un'altra diocesi - ha raccontato il Papa - un parroco mi ha raccontato che voleva andare in carcere a visitare uno dei suoi che aveva rubato in un supermarket per dar da mangiare ai figli».

«Questo è brutto - ha commentato il Papa - pover'uomo, è un'ingiustizia, è un peccato grave se la società non ti aiuta a trovare lavoro e tu devi dar da mangiare ai figli. Questo per dire che tanta gente è buona ma la vita la spinge contro il muro». «Annunciamo Gesù Cristo con i gesti - ha quindi esortato Francesco -, anche con le parole ma prima con i gesti. Non dobbiamo aver paura della vicinanza, non abbiate paura di accarezzare i poveri, i malati come Dio ha accarezzato noi, andate avanti su questa strada». Quindi Francesco si è congedato con il suo consueto saluto: «Pregate per me. Ma - ha aggiunto - sapete che cosa vuol dire questo? Pregate con il cuore perchè anche io ho bisogno delle carezze vostre».

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