Morì a 21 anni inseguito dalla polizia, due agenti rinviati a giudizio: «Falsificarono il verbale»

Luca Rosati, il ragazzo morto in un incidente stradale la notte di Natale del 2011
di Adelaide Pierucci
2 Minuti di Lettura
Lunedì 18 Novembre 2013, 09:20 - Ultimo aggiornamento: 09:34
A due anni di distanza si apre un giallo sull'incidente stradale che costato la vita a Garbatella a un ventunenne dell'Appio Latino. Luca Rosati, studente, incensurato, perse il controllo dell’auto, un'Alfa Romeo, travolse 17 auto parcheggiate e morì in attesa dei soccorsi. Era la notte del Natale 2011. E alla sala operativa del 118 a una operatrice scappò la battuta: «Abbiamo un altro caso Cucchi». Ora la procura di Roma per quella morte ha chiesto il rinvio a giudizio di due agenti di polizia con l'accusa di falso.



L’inseguimento Per il pm Stefano Rocco Fava, Mirko C. e Pierfrancesco C. avrebbero taroccato il verbale dell'incidente. Forse per coprire un inseguimento sospetto. «I due - scrive il magistrato - rispettivamente assistente capo e assistente della polizia di Stato, in servizio al commissariato Colombo in qualità di pubblici ufficiali in esercizio delle loro funzioni, nella relazione di servizio datata il 24 dicembre 2011 riguardante il loro intervento in Roma, Piazza Marco da Tomba, riferivano contrariamente al vero quanto segue: «Alle 4 circa, nel transitare in Piazza Marco da Tomba, gli scriventi notavano un'autovettura al centro della strada che aveva urtato numerose vetture lì parcheggiate». Per il magistrato la verità è un'altra: «In realtà il conducente della vettura aveva perso il controllo ed urtato vetture in sosta mentre tentava di sfuggire ad un inseguimento, condotto a distanza ravvicinata dagli stessi agenti che si trovavano a bordo dell'autoradio della polizia ”Colombo 1”».



L'incidente che costò la vita al ragazzo, figlio di un funzionario della Regione e di una commerciante, non sarebbe avvenuto per caso ma durante la fase di un inseguimento inspiegabilmente omesso. Da voci circolate dopo il funerale, la famiglia seppe che «Luca era inseguito». E’ scattata così la denuncia. Due testimoni hanno confermato. E le comunicazioni via radio col 113 potrebbe inchiodare i due agenti. Colombo 1: «...C'è stato uno qua ha fatto er botto, ha fatto un casino». Operatore 113: «Qua dove?». Colombo 1: «A Piazza Marco da Tomba eh! Stava a scappà s'ncollato tutte le macchine qua n'piazza».



La famiglia «Perché mentire?» si chiede la sorella di Luca, Raffaella. «Perché mio fratello s'è impaurito? Perché scappava? Per non parlare del ritardo dei soccorsi. Non hanno nemmeno evidenziato l'urgenza. L'ambulanza è arrivata dopo 40 minuti». In un primo momento i due agenti erano stati accusati anche di omicidio colposo. Su questo punto il legale della famiglia, l'avvocato Giuseppe Iannotta, ha presentato opposizione alla richiesta di archiviazione.
© RIPRODUZIONE RISERVATA