Metro C, nuova tratta consegnata
ma un blitz mette a rischio i fondi

Metro C, nuova tratta consegnata ma un blitz mette a rischio i fondi
di Andrea Bassi
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Lunedì 16 Dicembre 2013, 12:16
Tredici chilometri della Metro C, la terza tratta della metropolitana di Roma, sono appena stati consegnati. Ma il destino di una delle principali grandi opere della Capitale torna di nuovo appeso ad un filo.

Con una manovra a sorpresa, in un provvedimento sugli enti locali in discussione al Senato, la relatrice del Pd, Magda Angela Zanoni, ex assessore al bilancio del Comune di Pinerolo, ha inserito un emendamento per stoppare il pagamento di 297 milioni al consorzio che sta costruendo la metropolitana.



Un vero e proprio emendamento, come anticipato dal Sole 24 Ore, «contra aziendam», perché l’unica destinataria delle norme è la Società Metro C. Secondo il «comma Zanoni», il Comune prima di pagare le somme dovute al Consorzio, dovrà passare tutte le carte all’Authority dei contratti pubblici. Solo dopo che questa avrà concluso un’istruttoria il Comune potrà versare quanto dovuto alla società per l’addendum firmato a settembre. Non è questione secondaria. I 297 milioni sono somme iscritte in un contratto valido a tutti gli effetti, firmato dall’amministrazione Marino e da Metro C, come detto, non più tardi di settembre. Il consorzio ha persino già emesso le fatture e pagato l’Iva su quelle somme. Il Campidoglio, lo scorso 4 dicembre, ha anche ricevuto il finanziamento dalla Cassa Depositi e Prestiti chiesto per saldare quel conto. Ma a questo punto tutto rischia di bloccarsi, e i soldi di restare nelle casse del Comune.



LA REAZIONE

Per Franco Cristini, presidente del Consorzio Metro C, non ci sono dubbi: «È un tentativo di sabotaggio, un modo subdolo per bloccare il pagamento». Il punto è che l’emendamento Zanoni è solo il tassello di un puzzle molto più complesso che ha portato fin dentro le aule del Parlamento lo scontro tra due fazioni dell’amministrazione Marino che da tempo si fronteggiano: quella vincente dell’assessore ai trasporti Guido Improta, che ha sbloccato l’opera, e quella dell’assessore al bilancio Daniela Morgante, che ora sta cercando in tutti i modi di bloccare il pagamento. «Siamo alla follia», dice Cristini, «mentre noi con grande senso di responsabilità, nonostante gli scioperi nei cantieri e tutte le difficoltà, abbiamo rispettato la data di consegna delle prime quindici stazioni della linea, quelle che vanno da Pantano a Centocelle, si fanno dei giochetti in maniera non trasparente e subdola solo per non pagarci». Ed in effetti senza la consegna all’Atac, avvenuta sabato scorso dei tredici chilometri della Metro C, il Comune avrebbe perso il contributo da 300 milioni ottenuto nel decreto del Fare per finanziare anche il tratto che va da Piazza Venezia al Colosseo.



LA DENUNCIA

Che cosa accadrà adesso? La società Metro C sembra pronta a reazioni durissime, compresa l’opzione di fermare i lavori di costruzione della metropolitana. Ma è solo il primo passo di una guerra che si preannuncia totale. Il Consorzio punta esplicitamente il dito contro il Comune di Roma e contro coloro che intendono sottrarsi agli obblighi di pagamento. Un comportamento considerato fonte di gravissimi danni non solo per la società, ma anche per la collettività e per l’erario. Danni per i quali la società Metro C sarebbe intenzionata a chiamare a rispondere l’amministrazione Comunale, e chi ha illegittimamente operato, in tutte le sedi giudiziarie civili, penali ed amministrative. Ma c’è anche un’altra questione. La vicenda dell’emendamento Zanoni, rischia di mettere in serio imbarazzo il governo Letta che solo pochi giorni fa ha presentato un piano per l’attrazione degli investimenti. Le opere pubbliche rappresentano il cuore di ogni azione volta ad attirare capitali. Non si era mai visto un soggetto pubblico che, pur di non pagare un’opera già in parte realizzata, utilizza un emendamento per sabotare un contratto da esso stesso sottoscritto. «Definire scorretto questo atteggiamento», dice Cristini, «è il minimo. Anche perché il 70% di quest’opera», spiega il presidente del Consorzio, «è pagata dal ministero delle infrastrutture. C’è oltre un miliardo e mezzo di opere già finite che rischiano di andare in malora».



VERSO IL VOTO

E non è nemmeno l’unico rischio. Il Consorzio, come detto, ha appena consegnato ad Atac i tredici chilometri con le quindici stazioni che vanno dalla località Pantano fino a Centocelle. Ma l’Atac avrebbe fatto mettere a verbale di non essere in grado di far funzionare la metropolitana (si tratta di un progetto all’avanguardia con treni automatici senza conducente) in mancanza di assistenza perché non avrebbe le strutture tecniche necessarie. E questo nonostante siano ormai due anni che Atac è stata nominata gestore. Come si chiuderà la vicenda della norma Zanoni si scoprirà presto. In Senato la votazione degli emendamenti al decreto sugli enti locali riprenderà domani. Al momento il testo che mette a rischio la Metro C è tra le materie che sono state «accantonate». Significa che una decisione definitiva sul testo non è stata ancora presa. Essenziale sarà capire l’opinione del governo.

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