Mazzette per evitare la chiusura: processati vigile urbano e ispettore Asl

Mazzette per evitare la chiusura: processati vigile urbano e ispettore Asl
di Riccardo Di Vanna
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Mercoledì 1 Ottobre 2014, 06:04 - Ultimo aggiornamento: 15:47
Avrebbero intascato due misere mazzette da poche centinaia di euro, con la promessa di chiudere un occhio sulle presunte irregolarit riscontrate in un centro benessere romano.

Un duplice illecito che ha finito per portare a processo, un vigile urbano e un ispettore della Asl. Entrambi gli imputati, sessantenni e residenti nella capitale, dovranno infatti rispondere dell'accusa di concussione per aver ricevuto dai titolari dell'attività commerciale presa di mira due bustarella dell'importo complessivo di trecentocinquanta euro.



L'ACCORDO

Il più recente dei due episodi che compongono la storia, è quello che vede coinvolto Giuseppe Girifalchi. L'imputato, all'epoca dei fatti in servizio presso il primo gruppo della polizia municipale, si sarebbe avvicinato al centro benessere della vittima nel 2010. Entrato in contatto con il proprietario dell'esercizio, il pubblico ufficiale avrebbe visitato il centro in diverse occasioni, presentandosi in abiti civili ma senza nascondere il fatto di essere un vigile nell'esercizio delle sue funzioni. Al termine dei ripetuti controlli, il sessantenne avrebbe quindi contattato il titolare del negozio e lo avrebbe informato dell'esistenza di alcune gravi irregolarità riscontrate nell'azienda. Paventata l'ipotesi di una chiusura del centro estetico, l'agente avrebbe proposto alla vittima un compromesso economico per chiudere la faccenda senza incorrere nel rischio di dover abbassare la saracinesca per qualche tempo. Un accordo che, ricevuti i cento euro pattuiti per la transazione, avrebbe inesorabilmente terminato per trascinare a giudizio l'imputato. Lo stesso centro estetico, solamente tre anni prima, nel 2008, era stato al centro di attenzioni particolari del tutto simili a quelle appena descritte. In questo caso, a ricevere una prima magra bustarella sarebbe stato un impiegato della Azienda Sanitaria Locale, incaricato di verificare l'adeguatezza delle strutture del negozio. Seguendo sempre il medesimo copione, l'imputato avrebbe prima effettuato diversi accessi ai locali in questione e poi, una volta individuata qualche irregolarità probabilmente mai esistita, avrebbe intimorito la vittima agitando lo spauracchio di un lungo stop. Trovandosi nella condizione di dover scegliere tra la cessazione dell'attività o il pagamento di poche centinaia di euro, la vittima avrebbe infine preferito la seconda ipotesi. Una concussione di modesta entità economica che, anche in questo caso, avrebbe però portato l'imputato dritto alla sbarra.