Da Villa Miani ai Castelli della Cassia, sposarsi civilmente a Roma? Ora diventa più facile

Un immagine di Villa Miani
di Michela Giachetta
3 Minuti di Lettura
Martedì 25 Marzo 2014, 09:05 - Ultimo aggiornamento: 26 Marzo, 14:14
Giurarsi amore eterno in una villa sull’Appia Antica, in una residenza accanto al mausoleo di Cecilia Metella. O a Villa Miani, davanti a un panorama mozzafiato. O, ancora, in un castello sulla Cassia.

A breve quello che per molti può essere solo un desiderio potrebbe diventare realtà. Lo stabilisce una delibera, che ha come primo firmatario Fabrizio Panecaldo, coordinatore della maggioranza in Campidoglio, depositata la scorsa settimana in consiglio comunale e sottoscritta da tutti i gruppi consiliari. Oggi a Roma ci si può sposare civilmente in due diversi posti, legati al Campidoglio: la sala Rossa, in piazza del Campidoglio, e il Complesso Vignola Mattei, alle Terme di Caracalla. E in alcuni sedi municipali. Luoghi in cui di solito il rito è molto breve.



Diverso sarà con un posto a completa disposizione degli sposi, scelto da loro e goduto fino in fondo. La delibera prende atto del parere del Consiglio di Stato, che, mette nero su bianco quello che «la celebrazione del matrimonio è oramai avvertita come una vicenda non necessariamente intima o sacrale ma anche mondana e tale, da sottrarsi – quanto meno con riguardo al luogo – al rigido cerimoniale previsto dalla tradizione».



I LUOGHI

La premessa è che la sede scelta sia comunque “Casa Comunale” (può essere considerata tale qualsiasi struttura nella disponibilità giuridica del Comune). Una circolare del Ministero dell’Interno, che prende come riferimento il parere del Consiglio di Stato, garantisce la possibilità di «impiegare un sito a valenza culturale o estetica per le celebrazioni matrimoniali, senza sottrarlo al godimento della collettività». Come appunto, una delle tante ville sparse a Roma, che dovranno pagare una determinata tariffa al Campidoglio per poter svolgere il servizio.

«Sarà una bellissima opportunità. Noi già svolgiamo riti religiosi misti. Poter allargare anche ai riti civili permetterà a più persone di sposarsi in un posto particolare», dice Laura Magnanimi, proprietaria di una struttura sull’Appia Antica. «Non solo l’Appia Antica, c’è Villa Miani, ci sono i castelli sulla Cassia, ma si potrebbe pensare anche alle spiagge», aggiunge Domenica Telesa, titolare di un’agenzia di viaggi che organizza anche le nozze. A Roma nel 2012 si sono svolti circa 8mila matrimoni. «Ampliare il numero dei luoghi in cui ci si può sposare, aumenterà l’opportunità di lavoro, considerato che serviranno nuove forze lavorative e probabilmente nasceranno nuove imprese», dice Panecaldo, che sottolinea anche un altro aspetto: «Io e altri consiglieri spesso siamo stati chiamati a svolgere un doppio matrimonio. Uno vero, nella Casa comunale, che ha valenza davanti alla legge. E un altro finto, in una villa, con amici e parenti, arrivati solo per il ricevimento. Con l’approvazione di questa delibera, si potrà eliminare la finzione».



ATTRATTIVA TURISTICA

E probabilmente ci sarà una ricaduta anche turistica. «Si potrebbe iniziare a ragionare su pacchetti ad hoc, che coinvolgano tutte le categorie – dice Giancarlo Cremonesi, presidente della Camera di Commercio – Questo non solo porterebbe più turisti a Roma, ma gli stessi turisti resterebbero nella Capitale per più giorni». «Roma potrà tornare a essere il luogo dell’amore, dello scambio di una promessa d’eternità o del rinnovo di quella stessa promessa, fatta magari anni prima», aggiunge Marco Annarumi, direttore di PromoRoma, azienda speciale della Camera di Commercio, che si occupa anche di promozione turistica.

Una volta approvata la delibera in consiglio, sarà compito della giunta non solo individuare i luoghi in cui i matrimoni possono essere effettuati, ma anche sottoscrivere un regolamento ad hoc. Si dovrà inoltre determinare un tariffario, tempi e modalità di utilizzo, in base al servizio richiesto.