Mafia Capitale, ville storiche chiuse per i bandi sospetti

Mafia Capitale, ville storiche chiuse per i bandi sospetti
di Laura Larcan
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Domenica 21 Dicembre 2014, 06:04 - Ultimo aggiornamento: 09:51
L'indagine su Mafia Capitale pesa anche sulle ville storiche del Comune. Soprattutto su quei parchi che rimangono chiusi nonostante i lunghi e complessi lavori di restyling siano finiti da un pezzo.

Con fior di euro spesi. Sono gli strani casi della cinquecentesca Villa Aldobrandini che spicca monumentale sul tratto finale di via Nazionale, e degli ottocenteschi giardini Carlo Alberto al Quirinale. Patrimonio in consegna alla Sovrintendenza capitolina. I lavori di restauro, durati oltre un anno per la prima, con un costo di 500mila euro, e quasi due anni per i secondi (con una spesa da mezzo milione di euro) sono stati finanziati da Arcus, la società nata in seno al Ministero per i Beni culturali e per il turismo, forte di un capitale sociale del dicastero dell'Economia.

Ma i cancelli rimangono chiusi a data da destinarsi perché l'appalto per la manutenzione è stato bloccato, messo sotto accusa dal tornado politico-giudiziario. A sollevare il tema è la consigliera municipale del centro storico Nathalie Naim, dopo che i residenti hanno cominciato a chiedere chiarimenti sulla mancata riapertura. «Il Dipartimento Ambiente del Comune mi riferisce che i lavori in queste due ville sono finiti i primi di ottobre ma le tengono chiuse perché gli appalti per la manutenzione non sono stati rinnovati», avverte la Naim. Come ricorda la consigliera, le indagini della Procura hanno messo in luce che la Cooperativa 29 Giugno di Salvatore Buzzi, cui era stata affidata l'intera manutenzione di ville e giardini storici di Roma Capitale, avrebbe vinto il bando di gara grazie alla complicità di funzionari comunali fra cui Claudio Turella responsabile dei giardini storici ora arrestato. Appalti sospesi, dunque, niente manutenzione e le ville rimangono chiuse. La condizione di black out degli appalti per la manutenzione, però, si ripercuote su tutti gli altri giardini storici comunali.

Villa Sciarra è un esempio: «Nonostante i lavori di restauro - dice la Naim - oggi appare devastata dal degrado perché gli appalti per la manutenzione sono bloccati per le indagini in corso». Pensare che Villa Sciarra è stata restaurata con ben 600mila euro, fondi Arcus. Proprio la società del Mibact nel 2010 aveva messo a disposizione del Comune 4 milioni di euro per il risanamento anche del Giardino di Sant'Andrea al Quirinale (500mila euro), Villa Celimontana (900mila), Villa Carpegna (800mila), Parco di San Gregorio al Celio (200mila).Tutti (tranne Celimontana) senza manutenzione ora. Altro esempio, a Villa Torlonia sono transennate dal 21 giugno le aree dove sono caduti gli alberi per il nubifragio.