Mafia criminale, da ponte Milvio ai Castelli: così il clan si spartì la città

Mafia criminale, da ponte Milvio ai Castelli: così il clan si spartì la città
di Michela Allegri
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Venerdì 12 Dicembre 2014, 06:06 - Ultimo aggiornamento: 09:41
Dai salotti di Ponte Milvio fino alle borgate di Montespaccato, al nome del re Carminati chiunque si zittiva e rispondeva con un cenno di rispetto. La cupola di Mafia Capitale abbracciava tutta la città.






E il Cecato, che si era autoproclamato sovrano e aveva scelto di dominare Roma Nord, teneva lo scettro ben stretto in pugno, ma accettava di spartire il suo regno con gli altri boss della malavita. Perché Cariminati, nel suo delirio d'onnipotenza, sapeva che «nella Capitale c'è posto per tutti», come annotano i carabinieri in un'informativa. Meglio non pestarsi i piedi a vicenda. Meglio mantenere buoni rapporti, e tessere una tela di favori, appoggi e influenze.



CLAN SENESE

Se l'ex Nar aveva il suo quartier generale in zona Vigna Clara e Corso Francia, e dettava legge a nord del Tevere, accettava però di lasciare spazio agli uomini del suo amico Michele Senese, più noto come “'O pazzo” per le innumerevoli perizie che gli hanno evitato il carcere per anni, ma che non l'hanno salvato da una recente condanna all'ergastolo per omicidio. Il clan Senese controlla i quartieri orientali e la fascia a sud-est della città. Ma ha messo piede anche a Ponte Milvio, dove dirige due "batterie di rapinatori". Una, quella dei "napoletani", è capitanata da Fabrizio Piscitelli, il Diabolik capo ultrà della curva laziale, finito in manette lo scorso anno per traffico internazionale. L'altra, quella degli "albanesi", è guidata da Orial Kolaj, detto "il Pugile", e Adrian Coman e Arben Zogu, detto "Riccardino". Per loro, Carminati e i suoi sodali portano rispetto. Tanto che, quando gli albanesi vengono arrestati nel 2012, Brugia discute col Cecato delle prove accumulate nei loro confronti: «Associazione mafiosa gli hanno dato...». «Hanno commesso qualche danno, ma non sono cose nostre», taglia corto Carminati.



CASAMONICA E 'O CURTO

Nella rete mafiosa della Capitale, c'è spazio anche per i Casamonica, che comandano a sud-est, tra l'Anagnina, la Romanina e il quartiere Tuscolano, e fanno soldi con lo spaccio ai Castelli e nel litorale. Il re Nero ci tiene a non fare sgambetti, tanto che il capoclan Luciano Casamonica è al soldo dell'ex Nar: il Cecato l'ha inserito in una cooperativa di Salvatore Buzzi per tenere sotto controllo il campo nomadi di Castel Romano. Carminati lo definisce «mediatore culturale» e gli stacca assegni da 20 mila euro al mese. La borgata di Montespaccato, tra via di Boccea e via Aurelia, a ridosso del Raccordo, è invece il territorio di "'O Curto", che gli investigatori identificano in Franco Gambacurta. Carminati e Brugia lo paragonano addirittura al capomafia Riina. E il Cecato si compiace perché, al suo cospetto, anche "'O Curto" avrebbe portato rispetto. Gli avevano chiesto di intercedere per un debito accumulato presso la famiglia Lacopo, del clan Carminati. E Gambacurta avrebbe declinato l'invito, rispondendo al suo protetto: «C'è Carminati? Senti daglieli i soldi....».



DIOTALLEVI

E poi, a Roma, c'è ancora posto anche per Ernesto Diotallevi, ex boss della Magliana, che all'epoca della banda spadroneggiava tra Testaccio e Trastevere ed era diventato una leggenda. Anche un pezzo grosso come lui, però, di fronte al sovrano piega il capo. Ha concordato con il Cecato di non farsi vedere in giro insieme, forse per non attirare l'attenzione delle forze dell'ordine. E quando suo figlio Leonardo organizza un incontro con un imprenditore in un bar a piazza Euclide, Diotallevi perde la testa, perché è zona di Carminati: «No io ti ammazzo a te! - dice al figlio, ascoltato dai microfoni del Ros - ma come ti è venuto in mente! Questo penserà che faccio affari con i suoi!». Nella mappa della mafia Capitale ci sono pertugi anche per gli astri nascenti. Come Giovanni De Carlo, che Diotallevi definisce «suo erede». È un boss della zona Nord, ed è così agguerrito da aver osato discutere col re Nero: hanno avuto uno screzio per questioni di soldi. Amante della bella vita e frequentatore dei salotti vip, bazzica nella zona di Ponte Milvio, ma ha interessi anche ai Parioli e a piazza Cavour.