Secondo quanto riportato nell'ordinanza, destinata a 44 indagati, Tassone - grazie alla mediazione di Paolo Solvi - avrebbe ricevuto indirettamente denaro dal gruppo di Buzzi in cambio dell'assegnazione di un appalto. «Le indagini svolte - si legge nelle carte - hanno consentito di verificare l'esistenza, nel X dipartimento, di decisori pubblici remunerati dall'organizzazione riconducibile a Buzzi, Carminati e Testa.
In generale il sistema descritto dal gip è così strutturato: «Le risorse economiche pubbliche erano originariamente stanziate dalla regione, attribuite al comune, che, in parte, le smistava ai municipi.
L'obiettivo dell'organizzazione era convogliare fondi regionali - stanziati con l'intervento del consigliere Gramazio, partecipe dell'associazione, dunque considerati fondi di pertinenza esclusiva del gruppo - attraverso i referenti politici (Quarzo e Coratti) e amministrativi (Altamura) del Comune di Roma, verso quei municipi i cui rappresentanti istituzionali piegavano la loro discrezionalità all'utilità dei soggetti economici riconducibili al gruppo di Buzzi, come nel caso del X municipio».
In questo contesto, si legge ancora nell'ordinanza, «il primo di tali fatti riguarda l'erogazione di somme di denaro verso Tassone, presidente del X municipio, attraverso il suo uomo di fiducia, Solvi, per remunerare assegnazioni di lavori per la potatura delle piante e per la pulizia delle spiagge a Ostia». «Promesse di somme di denaro» e «conseguenti erogazioni verso la coppia Tassone-Solvi» che, stando al gip, «avevano la funzione di remunerare l'attività funzionale del primo Presidente del X municipio, secondo una metafora enucleata da Buzzi, anche con riferimento al caso di specie, per la quale "se la mucca non mangia non può essere munta"».
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