Mafia Capitale, dirigente allontanata: rimossa Isabella Cozza, capo delle Politiche sociali

Mafia Capitale, dirigente allontanata: rimossa Isabella Cozza, capo delle Politiche sociali
di Lorenzo De Cicco
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Lunedì 23 Marzo 2015, 06:27 - Ultimo aggiornamento: 13:02
La giunta Marino decapita il vertice del Dipartimento Politiche Sociali, l'ufficio finito nella bufera per l'inchiesta su Mafia Capitale, il centro nevralgico del sistema corruttivo che, secondo la Procura, ha permesso al clan Carminati di mettere a segno affari milionari accaparrandosi appalti per la gestione di campi rom, centri per rifugiati e richiedenti asilo. Il 14 marzo scorso un'ordinanza del sindaco Marino ha rimosso da direttore del dipartimento Isabella Cozza, la dirigente, che, secondo i pm avrebbe ottenuto l'incarico attraverso un'azione «riconducibile al sodalizio mafioso», come scrive il gip nell'ordinanza per l'applicazione delle misure cautelari nei confronti di Carminati e Buzzi.



«PERSONA FIDATA»

Alla guida della macchina organizzativa delle Politiche Sociali, Isabella Cozza era arrivata il 31 ottobre 2013. «Ce l'avemo messa noi, ahò», dice a Salvatore Buzzi, ras della cooperativa 29 giugno e braccio destro del Cecato, Franco Figurelli, il capo della segreteria del presidente dell'Assemblea capitolina, Mirko Coratti, indagato per corruzione aggravata e illecito finanziamento. La Cozza non era stata la prima scelta del clan. Il primo nome nella lista di Carminati era quello di Italo Walter Politano, che poi, sembra quasi un paradosso, finirà a capo del Dipartimento Anticorruzione, l'ufficio che si interfaccia con l'Autorità nazionale guidata da Raffaele Cantone. Politano a oggi è indagato per associazione mafiosa, mentre la Cozza non è indagata per Mafia Capitale. Secondo quanto scrive il gip nell'ordinanza «la sua nomina risulta comunque riconducibile agli interessi del sodalizio, tanto che Figurelli rassicurava che la neo-eletta era una persona fidata».

SOTTO ACCUSA

L'ormai ex capo delle Politiche sociali è invece indagata per abuso d'ufficio per avere favorito, quando era dirigente del II Municipio, i titolari di alcuni locali dei Parioli, accusati di occupazione abusiva di suolo pubblico.

La Cozza non rimarrà sospesa. La cessazione del suo incarico al Sociale (al suo posto Stefano Giulioli, ex capo dei Servizi educativi), coincide con il suo spostamento alla direzione del Dipartimento Sport e Qualità della Vita. Una nomina pro-tempore, che scadrà il 30 giugno. Nel provvedimento non si fa espresso riferimento all'indagine della Procura, ma dal Comune spiegano che si tratta di una «decisione in continuità con le intenzioni del sindaco Marino di far ruotare i dirigenti dopo Mafia Capitale».

D'altronde la legge non permette all'amministrazione comunale di sospendere un dirigente, anche se indagato. Come nel caso di Italo Walter Politano, che nell'inchiesta sul Mondo di mezzo deve rispondere del 416 bis, e che per questo si dimise, subito dopo i primi arresti, dal suo ruolo di capo dell'Unità Anti-corruzione. Dopo soli tre mesi però, l'11 febbraio, è diventato capo del Decentramento amministrativo di Roma. «Un atto obbligato», spiegò il Campidoglio, perché Politano è un dirigente comunale e non potendo essere sospeso «sine die» per il solo fatto di essere indagato, avrebbe potuto «fare causa all'amministrazione».