Mafia capitale e le gare sospette in Regione: il Pd finisce sotto assedio

Buzzi e Vincenzi
di Valentina Errante
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Mercoledì 10 Giugno 2015, 06:03 - Ultimo aggiornamento: 16:26
Le dimissioni di Marco Vincenzi da capogruppo del Pd alla Regione arrivano dopo una mattinata di tensione. Gli incontri e le telefonate con Salvatore Buzzi, ampiamente documentati negli atti dell'inchiesta su Mafia Capitale, non lasciano scelta al consigliere regionale ”sottoposto a indagini dal Ros”.



«Smentisco di aver presentato in Consiglio regionale emendamenti per finanziare il comune di Roma o i suoi municipi. Non corrispondono nel modo più assoluto a verità e sono destituite di fondamento, quindi, le affermazioni di Salvatore Buzzi su un mio presunto interessamento per far ricevere al municipio di Ostia 600mila euro o qualsiasi altra cifra», replica Vincenzi. Ma è un altro tassello perso dal presidente Nicola Zingaretti, dopo le dimissioni, lo scorso marzo, del suo capo di Gabinetto Maurizio Venafro, indagato per la turbativa dell'asta che, grazie alla mediazione di Luca Gramazio, aveva consegnato a Carminati & co una fetta dell'appalto di oltre 90 milioni di euro del Centro prenotazione unica del Lazio.



E spunta anche un'altra gara da un miliardo di euro, sulla quale, come nel caso del Recup, sarebbero state cambiate in extremis le carte in tavola con l'intervento dell'uomo di Zingaretti, Venafro. Così i rapporti trasversali della cupola continuano a imbarazzare il Pd. Dopo l'incontro tra Buzzi e Carlo Cotticelli, tesoriere del Pd romano, che chiedeva un contributo per pagare gli stipendi, torna più volte negli atti il nome di Daniele Leodori, presidente del consiglio regionale, mentre Luca Odevaine, componente del Tavolo per l'immigrazione del Viminale, puntava all'assunzione della figlia di Fabio Melilli, segretario del Pd del Lazio.



L'ALTRO APPALTO

E' la concitata deposizione di Elisabetta Longo, funzionaria della Regione e presidente della commissione per il Cup, a rivelare l'esistenza di un altro appalto a sei zeri in cui Venafro le avrebbe chiesto il suo intervento. La donna ha confermato ai pm quanto avevano già appreso dalle intercettazioni: Angelo Scozzafava, sponsorizzato da Carminati, era finito in commissione per un accordo tra maggioranza e opposizione.



«Nel maggio 2014 - ha dichiarato - Venafro, con il quale ho contatti quotidiani, mi consegnò il curriculum di Scozzafava chiedendomi di tenerlo presente per la composizione di eventuali commissioni di gara. Mi disse che tale nominativo era stato indicato dalle opposizioni. Mi pare che fece riferimento a Gramazio, capogruppo del principale partito di opposizione. Non fu un'indicazione vincolante, mi disse solo di vedere se ci fossero i requisiti». La donna, finita sotto inchiesta perché nella precedente deposizione aveva negato le pressioni davanti ai pm, spiega che, quando uno dei componenti della commissione per l'appalto era risultato incompatibile, aveva ricordato il suggerimento di Venafro.



Poi aggiunge: «Solo in un'altra occasione ho ricevuto una indicazione da Venafro per la composizione di una commissione. Si trattava della gara per i Multiservizi Tecnologico da oltre un miliardo di euro, Venafro era molto preoccupato e disse che bisognava individuare persone estranee all'ambiente sia della Regione che delle Asl, per cui chiamò lui il dott. Vigilante, capo del Gse, e si fece indicare i nomi di due ingegneri esperti, che nominammo come componenti della commissione».



IL CUP

E' nella logica della trasversalità e della spartizione della mega gara tra maggioranza e opposizione che emerge per la prima volta il nome di Leodori. Buzzi e i suoi si interrogano sulle modalità di partecipazione alla gara, non sanno ancora se entrare in quota con la maggioranza o con l'opposizione. Sceglieranno quest'ultima e, con una coop di Mario Monge (imprenditore arrestato ndr), entreranno in quota opposizione. Il 5 maggio 2014 Buzzi parla della gara con i suoi collaboratori: «No D'Amato.. allora è D'Amato, mo bisogna capì se gli hanno dato un'azienda.. capito? Se gli hanno dato un'azienda loro».



E uno dei fedelissimi risponde: «Monge c'ha detto che Astorre pure se sta a muove Leodori, che sarebbe contro Marotta (titolare della coop Capodarco che vincerà un lotto della gara), tutta la banda Astorre, Leodori. Quindi, nel caso se dovessimo decide de anda' con Solco, (la coop che vede insieme Buzzi e Monge e vince un lotto dell'appalto ndr) ce potremmo aggregà, oppure quell'altra strada sarebbe quella de anda' all'opposizione.. sceglie una strada all'opposizione». Un altro collaboratore di Buzzi commenta: «All'opposizione devi far fare l'interrogazione.. ste cose». «No bhè..li fai chiama', ma dobbiamo sceglie la strada politica pure.. capito.. la strada politica son due..o dentro il Pd, che sarebbe questa de Leodori, sì e certo ma è la parte nostra». «Il problema - commenta un altro - è che lì c'è un lotto che è l'Nta che se lo vuole mantenè». E' Buzzi a chiedere di cosa si tratti: «E' un'altra società che sta..sta dentro la Asl, sta già dentro, già sta dentro. C'ha lo Spallanzani, me pare che c'ha».