Mafia Capitale, raffica di arresti tra i politici: nel mirino business migranti

Mafia Capitale, raffica di arresti tra i politici: nel mirino business migranti
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Giovedì 4 Giugno 2015, 06:38 - Ultimo aggiornamento: 5 Giugno, 08:28

Secondo capitolo dell'inchiesta «Mondo di Mezzo» della procura di Roma e dei carabinieri del Ros: 44 gli arresti in corso di esecuzione in Sicilia, Lazio e Abruzzo per associazione per delinquere ed altri reati. Ventuno gli indagati a piede libero. Sullo sfondo il business legato ai flussi migratori e alla gestione dei campi di accoglienza per migranti.

I provvedimenti

Tra gli arrestati anche il consigliere regionale di Forza Italia Luca Gramazio, finito in carcere con l'accusa di associazione mafiosa che, scrive il gip Flavia Costantini nell'ordinanza che ha portato al suo arresto, «mette al servizio dell’organizzazione le sue qualità istituzionali, svolge una funzione di collegamento tra l’organizzazione la politica e le istituzioni, elabora, insieme a Testa, Buzzi e Carminati, le strategie di penetrazione della Pubblica Amministrazione, interviene, direttamente e indirettamente nei diversi settori della Pubblica Amministrazione di interesse dell’associazione».

Anche Mirko Coratti, ex presidente dell'Assemblea capitolina e Daniele Ozzimo, ex assessore alla Casa del Campidoglio, figurano tra i 44 destinatari dei provvedimenti di custodia cautelare emessi dalla magistratura. Ai domiciliari invece sono finiti tra gli altri il consigliere comunale Giordano Tredicine e l'ex presidente del X municipio Andrea Tassone.

Ci sono anche Angelo Scozzafava, ex direttore del quinto dipartimento Promozione dei Servizi Sociali e della salute del Comune di Roma, e Franco Figurelli, della segreteria di Mirko Coratti.

Il consiglio comunale procederà ora con la surroga temporanea dei 4 consiglieri coinvolti nella vicenda.

Al posto loro i primi quattro non eletti e cioè Alessandro Cochi (FI) al posto di Giordano Tredicine e Daniele Parrucci al posto di Massimo Caprari (lista civica). Il Pd vedrà entrare due donne Liliana Mannocchi e Cecilia Fannunza al posto di Mirko Coratti e Pierpaolo Pedetti.

Anche i manager della cooperativa 'La Cascina' sarebbero stati «partecipi degli accordi corruttivi con Luca Odevaine» (capo segreteria di Veltroni) e avrebbero commesso «plurimi episodi di corruzione e turbativa d'asta» dal 2011 al 2014, mostrando così una «spiccata attitudine a delinquere» per ottenere vantaggi economici. È l'accusa che il Gip di Roma rivolge a Domenico Cammissa, Salvatore Menolascina, Carmelo Parabita e Francesco Ferrara.

Nello specifico, Odevaine avrebbe tra l'altro orientato le scelte del Tavolo di Coordinamento Nazionale sull'accoglienza per i richiedenti e titolari di protezione internazionale, in modo da creare creare le condizioni per l'assegnazione dei flussi di immigrati alle strutture gestite dal gruppo La Cascina. Avrebbe inoltre fatto pressioni finalizzate a far aprire i centri per immigrati in luoghi graditi alla cooperativa e concordato con i manager il contenuto degli stessi bandi di gara.

Il "caso" Gramazio

«Novantottomila euro in contanti in tre tranches (50.000-28.000-20.000); 15.000 euro con bonifico per finanziamento al comitato Gramazio; l'assunzione di 10 persone, cui veniva garantito nell'interesse di Gramazio uno stipendio; la promessa di pagamento di un debito per spese di tipografia». Sono alcune delle «utilità» che, secondo il capo di imputazione, avrebbe ricevuto Luca Gramazio per «porre le sue funzioni istituzionali al servizio» dell'associazione capeggiata da Massimo Carminati.

In particolare, Gramazio è accusato di concorso in corruzione per una serie di atti contrari ai doveri d'ufficio di consigliere regionale (avrebbe favorito

«la destinazione di risorse regionali destinate al comune di Roma, poi orientate verso il X Municipio») e, soprattutto, comunale: in relazione allo stanziamento di un milione di euro per le piste ciclabili; alla proroga dei lavori sul verde pubblico alle cooperative sociali; al riconoscimento del debito fuori bilancio per l'emergenza dei minori non accompagnati provenienti dal Nord-Africa; all'assestamento del Bilancio di Previsione 2012 e pluriennale 2012-2014.

Le indagini dei carabinieri del Ros hanno evidenziato «la straordinaria pericolosità di Luca Gramazio», scrive il gip di Roma, motivando le esigenze cautelari nei confronti del consigliere regionale. Gramazio, sottolinea il giudice, «potrebbe sfruttare la rete ampia dei collegamenti per fornire nuova linfa alle attività delittuose e agli interessi dell'associazione» capeggiata da Massimo Carminati, «nonostante lo stato detentivo di numerosi sodali».

La "stecca" a Coratti

«Secondo quanto rivelato da Buzzi» in conversazioni intercettate «Figurelli veniva retribuito con mille euro mensili, oltre a 10mila euro pagati per poter incontrare il Presidente Coratti, mentre a quest'ultimo venivano promessi 150mila euro qualora fosse intervenuto per sbloccare un pagamento di 3 milioni sul sociale». Lo scrive il gip Flavia Costantini. In altre intercettazioni Buzzi «ribadiva i 150.000 euro di stecca a Coratti e la sua iscrizione nella contabilità delle tangenti». In particolare, nel corso di una conversazione «Buzzi chiede al Figurelli che gli chiedeva un'assunzione di favore, di ricordare al Coratti la consueta metafora della mucca che se non mangia non può essere munta, ricevendo l'eloquente risposta che la mucca era stata ben foraggiata dall'attività del Coratti».

Sempre nel corso di dialoghi con i suoi collaboratori Buzzi «indica il ruolo di Coratti nell'assegnazione delle gare di Ama; Coratti che si preoccupa che siano rispettati gli equilibri politici tra maggioranza e opposizione in Consiglio Comunale nella percezione delle relative utilità». Le attività d'intercettazione hanno rivelato come Buzzi si vantasse di aver «comprato l'appoggio politico di Mirko Coratti».

Tredicine "in scuderia"

«Se avesse vinto la maggioranza di centrodestra la sua scuderia (di Buzzi ndr) sarebbe stata pronta e in essa indicava un ruolo specifico di Tredicine, oggi consigliere di minoranza all'Assemblea Capitolina», scrive il gip Flavia Costantini. «Una disponibilità, quella di Tredicine, che si estende in tutte le aree di rilevanza per l'amministrazione comunale che siano di interesse di Buzzi, come nel caso dell'Eur, dove - scrive il giudice - gli viene richiesto di far pressioni su Borghini». In una fase cruciale dell'iter istituzionale dell'approvazione del debito fuori bilancio si registra un incontro tra Giasanti, destinatario della promessa di 15.000 euro, Buzzi, Coltellacci, interessato alla delibera del debito fuori bilancio, Nucera, il cui dominus politico- D'Ausilio- viene indicato come destinatario di utilità, e Tredicine, il quale in sede di approvazione della delibera, appartenendo alla minoranza, non partecipa alla votazione».

L'operazione

Il blitz dei carabinieri è scattato all'alba nelle province di Roma, Rieti, Frosinone, L'Aquila, Catania ed Enna. Nell'ordinanza di custodia cautelare, emessa su richiesta della procura distrettuale antimafia di Roma, vengono ipotizzati a vario titolo i reati di associazione di tipo mafioso, corruzione, turbativa d'asta, false fatturazioni, trasferimento fraudolento di valori ed altro. Contestualmente agli arresti, sono in corso perquisizioni a carico di altre 21 persone indagate per gli stessi reati. I provvedimenti riguardano gli sviluppi delle indagini condotte dal Ros nei confronti di «Mafia Capitale», il gruppo mafioso riconducibile a Massimo Carminati, ora in carcere.

Secondo gli investigatori, gli accertamenti successivi a quella tornata di arresti hanno confermato «l'esistenza di una struttura mafiosa operante nella Capitale, cerniera tra ambiti criminali ed esponenti degli ambienti politici, amministrativi ed imprenditoriali locali». In particolare le indagini hanno documentato quello che gli inquirenti definiscono un «ramificato sistema corruttivo finalizzato a favorire un cartello d'imprese, non solo riconducibili al sodalizio, interessato alla gestione dei centri di accoglienza e ai consistenti finanziamenti pubblici connessi ai flussi migratori».

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