Lo stupratore di Prati inchiodato da un video: biondo, in maglia gialla

Lo stupratore di Prati inchiodato da un video: biondo, in maglia gialla
di Raffaella Troili
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Mercoledì 1 Luglio 2015, 06:12 - Ultimo aggiornamento: 12:15
D'improvviso son tornate tre bambine in lacrime. «Mamma, scendi, è urgente». Il tempo di calmarsi, trovare le parole, perché piangevano tutte. Raccontare alla donna della violenza e poi la sorpresa: il bruto, robusto, una maglia giallina, i pantaloni e le scarpe bianche, i capelli chiari, si è ripresentato davanti a loro. «E' lui, il bastardo, mi ha stuprata». Le quattro hanno provato a inseguirlo lungo tutta via Mirabello ma niente, si è dileguato. Resta il giallo del perché sia tornato proprio lì.



Per caso, oppure perché lì all'angolo aveva lasciato un mezzo, forse una bici?

Da ieri gli investigatori setacciano la zona, raccolgono testimonianze. Un video in particolare fornito da un ristoratore mostra nitidamente un uomo robusto, atletico, vestito sportivo, scappare inseguito da tre ragazzine e una povera mamma. «Se eravamo aperti, non sarebbe accaduto», dice pieno di rabbia un responsabile del ristorante. Tutti i residenti ricordano: «Abbiamo sentito urlare: sono stata stuprata, il tempo di chiamare un po' tutti la polizia, che non c'era più traccia di quell'uomo» che ha abusato dell'ingenuità, buona fede di Angela, quasi 16 anni, ospite di un'amica. Erano andate a vedere i fuochi d'artificio a Castel Sant'Angelo, poi rientrando si erano fermate vicino casa a bere una birra.



«Si è avvicinato, ci ha detto che eravamo troppo giovani per bere, che ci doveva identificare - ha raccontato Angela alle forze dell'ordine - mi sono fatta fregare dal tesserino che ci ha mostrato, e dato che solo io avevo i documenti mi ha detto di seguirlo in Procura». Poche centinaia di metri, fino ad arrivare nell'isolata via Casale Strozzi. E' qui che Angela avrebbe subito violenza. Umiliata, terrorizzata, abusata in quella che doveva essere una breve vacanza a Roma. Violentata due volte, perché se non c'è violenza sessuale già qualcuno sminuisce, smorza i toni, giudica.



MEZZANOTTE MENO DIECI

Era mezzanotte meno dieci. Il video non sbaglia: in strada si sentono urla disperate, un uomo corpulento è inseguito da quattro donne, la gente si affaccia impotente, avverte la polizia. Il giorno dopo nel quartiere non credono all'accaduto. «Si sta tranquilli, non è mai successo niente di simile», dice prima di rientrare a casa una signora. Siamo a due passi da via Teulada, la famiglia dove era ospite Angela è conosciuta e rispettata, molti sono in pena, per loro e quella giovanissima vittima. «Ero affacciato in finestra - ricorda un altro residente - le ho viste rientrare, piangevano disperate, hanno citofonato alla mamma, lei è scesa, sono rimaste lì a confabulare quando quello lì, è ricomparso, vestito come da tennis o da ciclista».



«CHE SCEMA, CI HO CREDUTO»

«Che scema, che ci ho creduto». Le ragazzine non si danno pace, si abbracciano, si confortano, «che scema che non ti ho accompagnato». Sembrano improvvisamente piccole, il trucco è colato, il dolore sotto la luce dei lampioni le rende ancora più candide. I fuochi d'artificio, una birra sotto casa, Angela non si aspettava che quella serata finisse così. Roma non l'ha protetta, la sua gita è finita nel peggiore dei modi, con una violenza, che qualunque sia, a 16 anni non si dimentica. Attirata con una scusa, aggredita, umiliata. Roma ne ha viste di donne violentate, maltrattate, uccise dopo una violenza. A volte s'è indignata, ha pianto, altre ha sussurrato, non ha creduto fino in fondo.



Come per Francesca Reggiani, morta dopo una violenza a Tor di Quinto, era l'ottobre del 2007. Il 2009 cominciò con un altro orribile stupro, durante la mega festa di Capodanno alla Fiera di Roma. Una giovanissima venne abusata nel bagno, passò molto tempo in ospedale per le violenze subite. Ora è diventata madre. Pochi giorni dopo a Guidonia una giovane donna fu vittima di uno stupro di gruppo, il compagno con cui si era appartato in macchina, costretto a sentire le sue urla. E ancora, quell'anno maledetto, in Caffarella, il giorno di San Valentino, un'altra ragazzina ha subito violenza, trascinata tra i rovi mentre era seduta su una panchina con il fidanzato.



Un'escalation quell'anno: a Primavalle nello stesso periodo in due abusarono di una giovane donna; ha cambiato casa, si è rifatta una vita, non ha avuto giustizia, ancora si aspetta un risarcimento morale. E d'estate, sempre nel 2009, lo stupratore Luca Bianchini, in due mesi, nei garage sotto casa, aggredì almeno tre giovani donne. Anno record ma non va dimenticato che molte violenze restano nascoste. Le vittime scioccate, hanno vergogna, preferiscono dimenticare. La più recente quella subita da una tassista a maggio da parte di un cliente, Simone Borgese. Aveva già fatto altre vittime.