Lazio, spese pazze e feste in maschera
verso il processo gli ex consiglieri Pdl

La festa dell'ex consigliere De Romanis al Foro Italico
di Valentina Errante
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Mercoledì 4 Dicembre 2013, 07:48 - Ultimo aggiornamento: 5 Dicembre, 14:57
Le immagini del toga party, con ancelle discinte e maschere da maiale, sono finite anche sui giornali stranieri, ma lunga la lista delle spese folli degli ex consiglieri del Pdl Lazio che adesso rischiano il processo. Dai contributi per un’associazione rugby ai costi della campagna elettorale di un’aspirante sindaco. Dopo Franco Fiorito apripista alle inchieste di quasi tutt’Italia, la procura va avanti. E mentre a Rieti si indaga sui conti del Pd, Alberto Pioletti, il pm che ha coordinato l’inchiesta sul “Batman di Anagni”, ha chiuso le indagini e si prepara a chiedere il rinvio a giudizio per quattro ex consiglieri del Pdl. Fatture gonfiate o spese personali saldate tra il 2011 e il 2012. Vanno in archivio, invece, le fatture più bizzarre addebitate al gruppo, purché conciliabili con spese della politica o inferiori ai 5mila euro: il servizio fotografico dell’ex consigliere Veronica Cappellaro, che ha anche pagato da “Pasqualino al Colosseo” circa 17 mila euro e al “Bar Martini” una cena sociale 8.800 euro. E non si procederà per l’acquisto delle cravatte di Marinella o dello champagne. Rischiano il processo gli ex consiglieri Lidia Nobili, Carlo De Romanis e Romolo del Balzo, tutti accusati di truffa.



Il peculato A Stefano Galetto, che ha ottenuto finanziamenti per la sua associazione, è contestato il peculato. Con loro ci sono altrettanti titolari di società. De Romanis, l’uomo del toga party, è insieme ad Andrea Occhipinti, rappresentante legale dell’associazione “Giovani del Ppe”. Il consigliere aveva chiesto contributi per oltre 98 mila euro, ma ha prodotto documentazione giustificativa per 24.220 euro. Per quei 54mila euro effettivamente erogati all’associazione il pm contesta ai due indagati un peculato da 29mila 780 euro. «Si chiarirà tutto - commentano gli avvocati di De Romanis, Titta e Nicola Madia - dall’iniziale accusa di peculato, siamo passati alla truffa». Del Balzo, invece, ha presentato «generiche richieste di rimborso per spese anticipate risultate false, perché di valore notevolmente inferiore alla documentazione prodotta». In tutto 54mila euro, a fronte di 14mila 579 euro di fatture. Lidia Nobili, eletta nel reatino, ha ottenuto 139mila euro di rimborsi per l’associazione “Lallaria srl” di Paolo Campanelli (anche lui sotto accusa), la maggior parte giustificate per l’evento “La Regione incontra Rieti”. Ma solo 85.556 sarebbero serviti a finanziare gli incontri. «Negli altri casi - scrive Pioletti - aveva intrattenuto rapporti commerciali con titolari di imprese a cui aveva chiesto di emettere fatture intestandole fittiziamente a Lallaria». Il resto sarebbe servito per finanziare la candidatura della Nobili a sindaco di Rieti.



Il rugby Stefano Galetto, socio fondatore dell’associazione “Unione rugby pontina”, con Renato Salvato rappresentante legale dell’associazione, e Mauro Borrelli, ha ottenuto 90mila euro di contributi. Quando la Finanza ha chiesto di produrre la documentazione, soltanto una fattura da 5mila euro è risultata valida.
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